Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Il ragionier Ugo Fantozzi viaggia nel tempo, attraversa tutti i fatti principali della storia d’occidente dall’inizio dei tempi, passando per le crociate, per la seconda guerra mondiale per finire nel futuro.
La decisione di costruire la quinta pellicola con protagonista Fantozzi utilizzando una serie di episodi e se stanti, accomunati solo dal protagonista principale, poteva essere il punto di forza del film, non solo per differenziarlo dalle altre pellicole che lo avevano preceduto, rendendolo unico nel suo genere, ma anche per regalare allo spettatore, un diversivo. Invece, diventa la sua condanna.
Non avere una trama di fondo lineare, spezzettando il racconto volta per volta, sembra rendere incostante innanzitutto la prestazione artistica di Paolo Villaggio che funziona solo in alcune scene, ed impone allo spettatore una chiave di lettura diversa, man mano che la narrazione si sposta temporalmente. O meglio, se la grande qualità delle pellicole fantozziane finora girate, era proprio quella di avere la capacità di essere temporalmente universale, riuscendo a traslare i fatti narrati per ogni epoca in cui li si guarda, questo Superfantozzi sembra limitare questa peculiare caratteristica rendendo la visione più faticosa.
Prima o poi tutti cadono, doveva accadere anche al ragionier Ugo Fantozzi che pur conservando intatta la sua capacità di far ridere, almeno in certi contesti, regalandoci ancora delle scene memorabili, ci lascia orfani di una caratterizzazione del personaggio che sembra funzionare solo quando vive il quotidiano.
Sarà buona la prossima, speriamo.
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