Regia di John M. Stahl vedi scheda film
Nel primo ’800 un avventuriero, figlio illegittimo di una nobile irlandese, arriva a New Orleans e costruisce la sua fortuna: vince una piantagione al tavolo da gioco, si arricchisce con una serie di speculazioni riuscite e si fa accettare dalla buona società; il suo scopo è conquistare un’altera aristocratica, che dopo avergli resistito a lungo accetta di sposarlo ma poi si estranea subito da lui, disgustata dai suoi modi e dalle sue compagnie. Il film inanella tutti i luoghi comuni sudisti, a partire da un simpatico mascalzone stile Rhett Butler (ma si potrebbe azzardare anche un parallelo con Barry Lyndon, che si eleva socialmente per matrimonio e che alla morte del suo bambino vede crollare tutto). La prima parte, la migliore, ha toni da commedia; poi si trapassa insensibilmente al dramma. Il regista Stahl, autore di Femmina folle, è notoriamente incline alle situazioni forti; tuttavia, nonostante l’accumulo di scene madri (es. la schiava nera che vuole sottrarre il figlio appena nato alla sua stessa sorte e finisce per uccidersi) e un finale accomodante che stride, la vicenda regge abbastanza bene.
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