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Alaska

Regia di Claudio Cupellini vedi scheda film

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La recensione su Alaska

di Furetto60
5 stelle

Storia d'amore "dannata". Poco verosimile. Buona la prova degli attori

Incipit del film, bel colpo d’occhio su un gigantesco salone di un lussuoso hotel parigino, ove si si sta effettuando un casting per aspiranti modelle. Nadine sfila poco convinta davanti al responsabile, ritiene di aver fallito il provino. Dopo la passerella, rigorosamente in bikini, aspettando disillusa l’esito, Nadine va sul terrazzo a prendere una boccata d'aria.  Lì incontra Fausto alias Elio Germano, un italiano che lavora come cameriere nell’hotel, ma sogna di diventare maître, uscito anche lui sul tetto per fumarsi una sigaretta. Da buon galletto italico, seduttore in ogni occasione, Fausto attacca a parlare ovviamente “in francese” e per fare colpo su di lei, la introduce nella stanza più prestigiosa dell'albergo: una suite di 400 metri quadrati per 15mila euro a notte. Nadine è stupefatta e entusiasta. Fausto stappa lo champagne, poi la osserva tuffarsi nella piscina interna. Tra i due c’è chimica, solo che la magia è interrotta dall’arrivo dell’ospite della stanza, che senza pensarci su due volte, chiama al telefono la direzione per le rimostranze del caso, la situazione degenera, Nadine si muove per bloccarlo, lui reagisce bruscamente e Fausto perde la testa e lo colpisce duramente, morale della favola: due anni di carcere per lesioni aggravate, in Italia avrebbe fatto al limite una notte in gattabuia, ma oltralpe fanno sul serio. Durante la detenzione riceve una solo visita di Nadine, poi il buio, lui le scrive ogni giorno, lei non risponde mai. All’uscita di prigione Nadine però è lì, ormai è diventata una modella di successo, ha imparato l’italiano e vive a Milano. Peraltro lui non apprezza, reagisce in modo violento, litigano poi fanno pace e addirittura finiscono a vivere insieme. Fausto catapultato nella Milano “da bere” incontra Sandro e insieme decidono di aprire una discoteca, lui necessita subito di 30000 euro, preleva i risparmi all’ignara Nadine. Durante la conseguente lite hanno un incidente automobilistico, in cui Fausto non si fa niente, ma Nadine ne esce veramente malconcia e con la carriera definitivamente compromessa. Mentre Fausto con la discoteca “Alaska”, ingrana, lei è costretta ad arrangiarsi con un lavoro da barista, s'innesca a questo punto, un effetto domino che annienta tutto e tutti. Lei per rabbia finisce a letto con il suo manager, lui l’allontana furibondo. Insomma si lasciano e si prendono continuamente, si tradiscono, si amano, ma sempre in una cornice di violenza, c’è in un’apparizione perfino Marco Damore, che sedotto da Nadine in discoteca, non è disposto a rinunciarvi e minaccia un furioso e geloso Fausto con la pistola. Poi irrompe nella vicenda anche un’altra ragazza, figlia di un ricchissimo uomo d’affari, che s’innamora di Fausto e che lui sta per portare all’altare, per un matrimonio decisamente d’interesse, che ovviamente non si farà mai. Nel frattempo Nadine ha la brillante idea di derubare il losco titolare del bar dove lavora, che mangia la foglia e la ferma violentemente, prima che possa prendere il volo, durante la colluttazione, lei per difendersi lo uccide e finisce dentro. Ciò che lega veramente Nadine e Fausto, è una sorta di morbosa attrazione, una specie di altalena tra eros e thanatos, in un clima di perenne disperazione. I due resistono, non si arrendono, falliscono, si rialzano, ma sempre con disperazione.  L'Alaska non è solo una discoteca ma metaforicamente rappresenta una dimensione, l'estremo nord, il polo che attiva l'odio e ne scatena la forza distruttiva e autodistruttiva. Il regista Cupellini immerge la storia in un’atmosfera “Nouvelle Vague,” non a caso fra i riferimenti citati dal regista stesso, “Fino all'ultimo respiro”, storia di un amore folle fra due mentecatti, che tentano di dare una svolta alle loro miserabili vite, ma agiscono maldestramente, completamente allo sbando. Sandro abbandonato dal partner Fausto, che ormai ha obbiettivi più ambiziosi, vende tutto, per poi finire in disgrazia, morirà suicida e loro continuano a far male e a farsi male. Il freddo di Parigi, o di Milano, non è solo atmosferico, ma un luogo del loro animo, ben simboleggiato dal neon sfrigolante dell'insegna Alaska: un effetto messo in risalto dai grigi e dalle tonalità blu predilette dall'ungherese Pohárnok direttore della fotografia  
La regia fa grandi sforzi per dare credibilità ad una storia che invece “puzza” di finto e sbanda continuamente, appesantita da continue forzature. Oltretutto le insistite ripetizioni di odio/amore tra i due protagonisti a lungo andare annoiano lo spettatore, quantomeno inverosimile che il ricchissimo uomo d’affari, possa affidare a Fausto, che è evidentemente un uomo instabile, addirittura il ruolo di direttore di un albergo a 5 stelle, solo per amore della figlia. La richiesta di matrimonio nel carcere, stavolta femminile, che chiude la vicenda è la ciliegina sulla torta. Un film ibrido anche nella lingua, comincia in francese, continua dopo un bel po' in italiano
La sceneggiatura di Cupellini, è confezionata su misura per Germano, che gigioneggia alla grande nel ruolo che più gli si addice, quello del bel tenebroso maledetto. Al suo fianco buona la prova della bellissima Astrid Berges-Frisbey, modella attrice di madre americana. Il film non convince

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