Regia di Claudio Cupellini vedi scheda film
Incontro tra solitudini ed esistenze malconce. Fausto lavora in un hotel in Francia, pensa in grande, è esplosivo e incontrollabile. Nadine non sa gestire la sua ingombrante bellezza e fa la modella prima, la barista poi, provando a nascondersi a se stessa e agli altri. Il caso li lega, inevitabilmente si amano, tra rincorse, attese, delitti, tradimenti e incidenti, alla ricerca di un equilibrio che non può esistere. Al quarto film - includendo le opere corali Sei pezzi facili e 4-4-2 Il gioco più bello del mondo ed escludendo le regie di vari episodi di Gomorra - La serie, Claudio Cupellini vira al mélo e ci si getta con una generosità che non lascia indifferenti. Non sono più i tempi della vita tranquilla e delle fughe di Toni Servillo, alla ricerca della pacatezza in terra tedesca, protetto dalla famiglia e dalla solidità del lavoro ordinario. Al contrario Alaska è animato da una frenesia incontrollabile, si alimenta dell’irrequietezza febbrile che domina il personaggio (e l’interpretazione nervosa) di Elio Germano: celebra la vita, la azzanna e se ne fa cantore, certifica il primato dell’istinto, si innamora dei suoi personaggi e si dimentica spesso della buona scrittura. Ne esce un dramma enfatico e sovrabbondante, in deficit di rigore, ma vorace e colmo di un’energia che finisce per conquistare. Un cinema che non si riesce a rifiutare, anche quando si vorrebbe liquidarlo con qualche sbuffo e moto di disapprovazione.
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