Regia di Gerard Johnson vedi scheda film
Per quel che ne so, non è tipico del Cinema britannico, un poliziesco/noir come questo di Gerard Johnson. "Hyena" può rientrare nel filone tutto italiano del "poliziottesco", solo con una verniciatura d'anni duemila e macellazioni varie, che paiono, peraltro, piazzate giusto per dare un po' di colore, mettiamola così. La trama è interessante, seppur complessa come poche: si può riassumere in un gioco di "guardie e ladri" in cui non c'è distinzione fra i buoni e i cattivi. Curiosa, appunto, questa cosa, quando nell'immaginario collettivo, o almeno nel mio, i "bobbies" inglesi mi sono sempre sembrati sinonimo di moralità e lealtà. Questa è roba più da New York City, fra cocaina, trafficanti, corruzione, prostituzione, doppi giochi, non si salva nessuno, ma proprio nessuno. La parte del leone la fa questo detective della squadra anti narcotici (sic!), che ha la faccia poco carismatica di Peter Ferdinando, (e se si sbaglia faccia, già non va bene), coinvolto in traffici loschi fra turchi e albanesi, a cui le cose sfuggiranno presto di mano, fra coltelli, retate sbagliate e tutte le solite cose del genere. Ah, ci sono anche i night clubs con le spogliarelliste, ovvio. Insomma, tutto già visto e stravisto, solo molto più ingarbugliato del solito, per un film, però, che ha i suoi momenti e dopo avere un po' dipanato il gomitolo, si fa anche anche seguire con un certo interesse. Poi arriva la mazzata del finale, assurdo e incomprensibile, come se al regista fosse mancata, di botto, la pellicola, scusa che non vale visto che è girato in digitale. Questa cosa affossa "Hyena" in maniera decisiva, per quel che mi riguarda, facendogli raggiungere la sufficienza a malapena. Robusto e cattivo ma mozzato come un arto da un cadavere.
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