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Un figlio d'oggi

Regia di Marino Girolami vedi scheda film

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La recensione su Un figlio d'oggi

di mm40
2 stelle

Renzo è un giovane scapestrato dalle frequentazioni discutibili; instradato sulla via della delinquenza comune, si ritrova suo malgrado accusato di omicidio preterintenzionale. Al ragazzo non rimane che la fuga all'estero.

 

Un figlio d'oggi è una pellicola estremamente ingenua per essere stata girata nel 1963, quando l'Italia era già passata attraverso guerra, ricostruzione e boom economico; per tematiche e svolgimento di queste sembra un film neorealista, ma vorrebbe trattarsi a tutti gli effetti di un dramma di denuncia sociale, sebbene mal riuscito. Ciò che non funziona nella sceneggiatura firmata da Marino Girolami, il regista, e da Gino de Sanctis è quasi tutto: i personaggi sono sostanzialmente marionette, psicologicamente stilizzati; la narrazione procede senza troppa verve e i colpi di scena sono rappresentati in maniera blanda risultando oltrettutto prevedibili. In pratica siamo di fronte a una scimmiottatura del genere realista ormai passato di moda da qualche anno, con mezzi qui assolutamente modesti a partire da un cast che vede in prima linea il figlio del regista, Enio (Ennio) Girolami, in una delle sue rarissime parti da protagonista, e poi Valeria Fabrizi, Lauro Gazzolo, Roberto Risso, Ignazio Dolce ed Elio Jotta; nei panni dei genitori del protagonista ci sono infine Gino Cervi e Germana Paolieri: i ruoli peggiori dell'intero lavoro sono quelli affidati a loro. Il padre autoritario e maschilista all'eccesso, la madre sottomessa e dal cuore d'oro sono due maschere indubbiamente funzionanti ancora oggi, ma certo svilenti nel contesto, ancorate a una mentalità antiquata già nel 1963 e quel che è peggio incapaci di muovere un passo al di là dei propri paraocchi, ridimensionando le ambizioni di seria critica del lavoro. La colonna sonora è di Roman Vlad, l'aiuto regista è l'esperto Carlo Moscovini (a sua volta regista, seppure di rado). Da segnalare l'espediente classico dell'inserimento di soppiatto di un balletto a metà del film, per poter raggiungere un dignitoso metraggio; lunghissimi minuti completamente inutili. 2/10.

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