Regia di Kim Farrant vedi scheda film
Un film straniante e misterioso, sorretto dalla superba performance di Nicole Kidman.
Con Strangerland, una pellicola molto ambiziosa per essere un'opera prima, Kim Farrant si dimostra una regista molto promettente. Non è difficile a tratti riscontrare un'affinità con la connazionale Jane Campion, come ad esempio nel suo modo di catturare la sfera femminile di madre e figlia, ed inseguito il modo in cui Catherine esplora la vita segreta della figlia attraverso i suoi occhi. Sono molte le tematiche affrontate dalla pellicola: la maternità, la scoperta della sessualità e allo stesso tempo la repressione di quest'ultima. Le tematiche psicologiche vengono incorniciate da un ambiente vacuo e freddo, paradossale definire freddo un deserto, ma è così.
Il senso di vuoto che Strangerland incute fin dall'inizio sarà una costante fino al suo ultimo fotogramma. L'atmosfera delineata dalla colonna sonora, dalla fotografia e dalle scelte registiche, è probabilmente il vero punto di forza del film, che si perde in una sceneggiatura che lascia molti punti in sospeso. La regia della Farrant è viscerale, torbida, confonde lo spettatore e spesso si ha l'impressione che non abbia saputo sfruttare al meglio il tempo concessole dalla pellicola. Sono molte le sbavature di questo film imperfetto, ma comunque bello. Bello perché cupo, perché crudo, oscuro, indigesto, ambiguo. Non c'è termine migliore per definire Strangerland se non ambiguo.
La performance di Nicole Kidman (punto forte della pellicola) è un vero e proprio crescendo. Completamente denudata della sua veste glamour, con un personaggio che raggiunge picchi di isterismo mai visti nelle sue precedenti interpretazioni. Il personaggio di Catherine è quello di una donna infelice, debole, intrappolata, e lo sconvolgimento provocato dalla sparizione dei figli, come una tempesta di sabbia, che è poi una delle prime scene del film, non farà altro che scuoterla e riscuoterla fino a farla uscire fuori di testa. Meravigliosa e da vera fuori classe, la scena madre del film tanto discussa in cui la protagonista si denuda di notte nel deserto, ormai fuori da ogni controllo. Ci ritroviamo ancora una volta difronte a un ruolo di estremo coraggio, non irriverente e grezzo come quello di The Paperboy, ma nemmeno freddo ed elegante come quello di Birth. Un'interpretazione forse penalizzata da una sceneggiatura che accenna un po' tutto e non definisce nulla.
Eppure questo è Strangerland, e nonostante tutto è un film interessante per la sua atmosfera e per la performance di Nicole Kidman che oscura qualsiasi altro membro del cast.
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