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The Who Rocks America 1982

Regia di Richard Namm vedi scheda film

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La recensione su The Who Rocks America 1982

di mm40
6 stelle

Film-concerto di una delle più incendiarie esibizioni live del tour che nel 1982 gli Who tennero attorno al mondo pubblicizzando il loro scioglimento; siamo a Toronto, in Canada, e la band esegue le immortali hits della sua ventennale carriera, da My Generation a Eminence Front, da Love Reign O'er Me a Pinball Wizard.

 

Gli anni Ottanta sono stati duri per tutti; anche (e soprattutto) per chi se la spassava, come gli Who del 1982, qui ritratti all'apice della forma durante la tappa canadese di Toronto del tour d'addio (ma si sarebbero riformati a più riprese nei successivi decenni). Il quartetto, vedovo del leggendario batterista Keith Moon, rimpiazzato (e a tutti gli effetti mai rimpiazzabile) dall'ex Small faces Kenney Jones, è in piena forma e la scaletta gronda di adrenalina rock, dai vecchi classici (My generation, in apertura, su tutte, come è naturale che sia) alle più oscure hit dei tempi moderni venate di elettronica (Eminence front, Who are you); eppure gli odiosi, tremendi anni Ottanta non hanno pietà neppure dei quattro inglesi che, neanche a farlo apposta, sono divenuti famosi gridando al mondo "spero di essere morto prima di essere vecchio". Abbigliamenti improbabili e tagli di capelli discutibili mal si accompagnano a tutto, ma specialmente all'atteggiamento da divi consumati che in quel momento dell'era-Who andava per la maggiore fra i due leader, il chitarrista e compositore Pete Townshend e il cantante e frontman Roger Daltrey, che non a caso già da tempo si erano dichiarati la reciproca diffidenza; eppure sul palco la band è unita, anche grazie al silenzioso, ma efficace collante del bassista John Entwistle, e nulla lascerebbe supporre che la formazione stia per disgregarsi. Ma il paragone fra i brani del precedente decennio e oltre con quelli più recenti non lascia dubbi: l'ispirazione di Townshend è in crisi, mentre - come accennato - le liti all'interno del gruppo sono oramai insanabili e l'assenza di Moon (specie in tour) pesa fortissima: non è quindi errato sostenere che già a Toronto gli Who si sono esibiti semplicemente come monumenti di sè stessi, ennesima ripetizione di clichè: grandiosa ripetizione di ottimi clichè, ma sempre quella è la sostanza. E ricordare una grandissima band con quei vestiti e quei capelli è un brutto modo per ricordare. Rimane divertente la sperimentazione video-elettronica inserita nella coda strumentale di Won't get fooled again, con un ragazzino impegnato in un flipper (pinball) nel quale scorrono immagini dei componenti del gruppo durante l'intero arco della sua carriera. 6/10.

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