Regia di Shion Sono vedi scheda film
Una follia colorata e ritmata di musica rap a manetta, ispirata ad un manga omonimo, e interpretata da rapper, ballerini e acrobati di arti marziali per raccontare, con virtuosismi anche sorprendenti, per quanto ripetuti sino all'assillo, una lotta di quartiere tra band creatasi con la morte di un boss e le manie di protagonismo di un altro suo collega, con due figli eccentrici quasi quanto lui. La sparizione della giovane figlia di un anziano sacerdote dai poteri occulti, scappata dalle grinfie del padre dopo la scoperta di essere la vergine destinata al prossimo sacrificio, inncesca e complica la già tesa situazione e il compromesso equilibrio di un “bronx giapponese” dove i capi branco si muovono dinoccolati come neri dei quartieri più a rischio americani.
Siono questa volta appare fuori controllo: delirante e citazionista (rifà Bruce Lee, Tarantino, se stesso e molti, forse troppi altri), lungo e ripetitivo è l'impressione che ho avvertito nella visione di questa lunga epopea colorata, certo anche molto ben girata e coreografata, ma alla fine stucchevole e ripetitiva: di parere ben diverso il pubblico in sala, a dir poco entusiasta: applausi ripetuti a scena aperta durante qualche scena clou, risate e consensi per una pellicola che a mio giudizio imita molto il Takashi Miike più furbo e commerciale, e che si presenta così costantemente sopra le righe da non avere in sé una vera scena madre che valga veramente la pena di essere ricordata.
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