Regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo vedi scheda film
Film natalizio sui generis, figlio della crew di “Boris”. Sorprendente ed esilarante. Una sorpresa piacevolissima.
Gli innamorati Massimo e Giulia passano la vigilia di Natale a casa di lei e si ritrovano il 25 dicembre, in occasione del pranzo, a casa di lui. Le due famiglie completamente agli antipodi creeranno uno stridere di situazioni irresistibili.
La banda di “Boris” (registi e qualche attore) affronta il tema del Natale col solito piglio dissacratorio. Il film è diviso in due tronconi: prima Massimo (Alessandro Cattelan) trascorre la vigilia nella Tuscia, a contatto con i villici parenti della fidanzata, poi sarà Giulia (Alessandra Mastronardi) a far visita ai futuri suoceri, i facoltosi Marinelli. Entrambi i nuclei familiari sono interpretati dagli stessi attori (Francesco Pannofino, per esempio, è il padre sia di lei che di lui), a testimonianza del messaggio che, aldilà delle sfumature, il Natale è un periodo in cui acredini e difficoltà non si stemperano, anzi. Questo concetto è chiaro fin dall’incipit, in cui si ripercorre brevemente la storia del Natale attraverso i popoli del passato. Un incipit superfluo e per niente originale (per il grande schermo).
Per quanto le caratterizzazioni, al limite del caricaturale, siano forti ed in un certo senso ingombranti, l’operazione nel complesso non ne risente. Al contrario, proprio la bravura del pregevole cast (in cui emergono i fratelli Guzzanti e Marco Giallini) rende l’esperienza della visione molto godibile. Si ride tantissimo, fino alle lacrime. Perché è una comicità intelligente, sarcastica, per quanto manichea, sicuramente originale. Un film sul Natale così non si era mai visto. E anche se Alessandro Cattelan ha meno espressioni di Clint Eastwood, la storia scorre via agevole, passando dalla riffa per la Bestia all’analisi del suicidio del filippino, mantenendo la stessa coerenza di registro.
Per quanto opposte, le situazioni della famiglia Colardo (con la lite tra gli zii che rischia di far saltare la festa, la moglie frustrata che si rifugia in chiesa) e della famiglia Marinelli (col senso di colpa che assale la matriarca e l’opportunismo cinico delle zio affamato) sono al limite del reale, ma non così lontane dalla realtà. E soprattutto sono speculari, paradossalmente simili.
Il film di Natale che non ti aspetti. Sorprendente, esilarante, grottesco ma verosimile. Chi considera tollerabili i cinepanettoni, non potrà non avallare la candidatura agli Oscar di “Ogni maledetto Natale”.
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