Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Simmetrie di Kubrickiana memoria, fotografia precisa e musica che parte in modo perfetto, scelta con meticolosità. Non è mai vuota una sequenza di un film di Sorrentino: se non è la fotografia è la musica, se non è la musica è un dialogo, straborda di cinema questa pellicola ma, a differenza de La grande bellezza non disturba e tutto è piacevole, rende la visione ricca e lo spettatore partecipe. Intensa, ipnotica, l'interpretazione di Michael Caine e Harvey Keitel ma anche Jane Fonda non è niente male, anzi. L'idea è arguta, mettere insieme personaggi famosi: un calciatore, un attore, un regista, un compositore, una modella, tutti quasi in stand by dalla loro esuberante vita, ognuno per un motivo specifico e tutti a loro volta collegati senza uno specifico motivo. Tra riflessioni sulla vita e paesaggi suggestivi, quando la mente si rilassa e comincia a fluttuare fino a generare le più intrinseche considerazioni. Una pellicola che non sembra inseguire la perfezione e finisce per rasentarla, ma qualche elemento sembra stridere pur facendo parte di quel processo di “riempimento” di cui sopra, utilizzato da Sorrentino con meno cognizione e più meticolosità della precedente opera. Un film in crescendo che parte in sordina fino ad esplodere nella sequenza finale. Da scoprire fotogramma per fotogramma attraverso l'intensità espressiva dei due eccellenti protagonisti.
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