Trama
Hana Doda (Alba Rohrwacher) cresce sulle montagne albanesi, dove vige una cultura arcaica e maschilista che non riconosce alle donne alcuna libertà. Per sfuggire al suo destino, Hana si appella proprio alla legge della sua terra, il kanun: Hana giura di rimanere vergine e si fa uomo, diventa Mark, una “vergine giurata”, ottenendo di essere considerata al pari degli uomini, ma negando così ogni forma di amore. Un rifiuto che diventerà la sua prigione.
Approfondimento
VERGINE GIURATA: DA UN ROMANZO DI ELVIRA DONES
Diretto da Laura Bispuri e sceneggiato dalla regista con Francesca Manieri, Vergine giurata si ispira all'omonimo romanzo di Elvira Dones per raccontare la storia di una donna che sacrifica la propria femminilità in nome della libertà prima di dover anni dopo rinunciare all'onore per diventare nuovamente una donna. Viaggio all'interno delle complessità di una donna, Vergine giurata ha inizio quando Hana Doda, ancora ragazzina, scappa dal suo destino di serva e moglie, una sorte imposta a tutte le donne che vivono nei villaggi più interni dell'Albania. Con l'aiuto dello zio. Hana si appella alla tradizionale legge Kanun giurando di rimanere vergine per tutta la vita in cambio della possibilità di poter portare un fucile e vivere libera come gli uomini. Da quel momento, diventerà per tutti Mark, una "vergine giurata".
Anni dopo, qualcosa dentro Hana è cambiato, rivelando diverse inquietudine e la consapevolezza di aver fatto una scelta che, anziché liberarla, l'ha imprigionata ulteriormente. Decide allora di affrontare un viaggio a lungo rimandato e di raggiungere l'Italia, attraversando i confini di mondi molto differenti tra loro: Albania e Italia, passato e presente, maschile e femminile. Lentamente inizierà la vertiginosa scoperta del proprio corpo, scoprendo ciò che la legge Kanun le aveva sempre negato: l'amore.
Con la direzione della fotografia di Vladan Radovic, le scenografie di Ilaria Sadun in collaborazione con Tim Pannen, i costumi di Grazia Colombini e le musiche di Nando Di Cosimo, Vergine giurata affonda nella cultura albanese toccando temi legati alla tradizione dei Balcani. Il diritto di una donna a dichiararsi uomo, a comportarsi come tale e a ottenere i benefici che la legge Kanun riserva agli individui di genere maschile, è un fenomeno che nella storia balcanica si riscontra soprattutto negli ultimi 200 anni. Ancora oggi si sa di circa 100 casi di vergini giurate nel solo Kosovo e nelle aree vicine al confine con l'Albania, oltre che in Serbia, Montenegro e Bosnia. Si presume che per appellarsi a tale diritto le donne siano vergini e che conservino la loro purezza sessuale attraverso l'astinenza totale, vestendosi da uomo dopo una cerimonia che prende luogo di fronte a 12 uomini del proprio villaggio.
Il Kanun è il più importante codice consuetudinario albanese. Raccoglie le leggi fondamentali che hanno regolato la vita sociale delle tribù del Paese (soprattutto nelle zone settentrionali) esprimendosi su molte questioni di natura civile e penale e regolando aspetti come la famiglia, il matrimonio, i contratti, il lavoro, la proprietà, i crimini contro l'onore e il risarcimento dei danni. Principi fondamentali del Kanun sono il concetto di "uomo d'onore", secondo cui l'onore una volta violato non può più essere riconquistato in nessuna forma, e quello di "famiglia", intesa come nucleo di tipo patriarcale con a capo il membro più anziano e le donne sottomesse agli uomini.
LE NOTE DI REGIA
Presentato in Concorso al Festival di Berlino 2015, Vergine giurata viene così raccontato dalla regista: «Vergine giurata è ispirato al libro di Elvira Dones. Ho combattuto per realizzare questo film, spinta dal grande amore per il personaggio di Hana/Mark e da un senso di responsabilità verso la storia, vista come una metafora del rapporto tra la libertà femminile e il mondo. Fin dall'inizio, mi ha incuriosito il modo in cui erano tracciati i personaggi, i temi sociali e le zone uniche in cui la storia ha luogo. Dopotutto, Vergine giurata parla di questioni molto ampie e universali nonostante l'azione presenti aspetti della cultura albanese e della vita di un remoto villaggio tra le montagne del nord, dove vige il Kanun con le sue leggi.
Vergine giurata è un film sul corpo, su un corpo congelato che non può essere né maschile né femminile o che è entrambi al tempo stesso. Il percorso italiano di Hana/Mark corrisponde a un lento e progressivo sbrinamento: Mark è spaventato ma anche curioso, cerca, sperimenta, si apre al mondo e si chiude nuovamente, prima di liberarsi lentamente. Per me era importante che alla fine Mark non solo ritornasse a essere nuovamente Hana ma comprendesse entrambe le sue componenti.
Il film è stato girato tra le montagne settentrionali dell'Albania, al confine con il Kosovo. Tali montagne sono note come le montagne dei dannati perché impervie e misteriose. La zona presenta alcuni piccoli villaggi, costituiti da case sparse e senza alcun tipo di centro. Circondati da terreni aspri e roccioso, gli abitanti dei villaggi presentano una mentalità arcaica, si attengono al Kanun e hanno una diversa concezione di spazio e tempo. In questi luoghi, ho anche avuto la possibilità di incontrare diverse vergini giurate di varie età. Una di loro aveva solo 35 anni, è stata molto dura e ha detto cose come 'L'amore per me significa morte'. Tutte hanno avuto ragioni differenti per divenire vergini giurate e nel film ci sono due momenti in cui in scena appare una vera vergine giurata.
Il rapporto tra Hana e Lila è un importante asse del film. Le due hanno un rapporto molto caldo, alimentato da un comune e pesante passato. Hana/Mark sconvolge sempre l'equilibrio della casa di Lila: accade quando sono ragazzine nel momento di cui Hana diventa l'amata figliastra del padre di Lila e accade quando ormai adulte Mark arriva in Italia a casa di Lila senza un posto dove stare. Lila è l'amore della vita dii Mark, un'anima gemella, un punto di rifugio. A interpretarla da adulta è l'attrice Flonja Kodheli, trovata dopo numerosi incontri con ogni attrice albanese e kosovara della sua età. Le due ragazze albanesi che interpretano le giovani Lila e Hana sono invece un regalo della regione in cui abbiamo girato: si tratta di due sorelle che vivono realmente tra le montagne e hanno una somiglianza incredibile con Flonja e Alba. Lavorare con loro non è stato facile, soprattutto a causa della lingua.
Sul set ho sviluppato un rapporto quasi simbiotico con Alba Rohrwacher. Sia io sia lei eravamo Mark. Ero sicura che Alba fosse perfetta per la parte sin da quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura. L'ho convinta a diventare un uomo, a parlare albanese, a rinunciare a tante cose. Si è impegnata con tutta se stessa e si è trasformata fisicamente, trasformandosi in Mark anche nella vita fuori dal set.
Vergine giurata presenta tre diversi periodi di narrazione: il presente, il passato di quando Hana ha vent'anni e il passato di quando è ragazzina. Ho scelto la struttura non lineare perché volevo creare un crescendo emotivo e volevo essere più vicina alla complessità del personaggio. Sono convinta che tale struttura sia d'aiuto a rivelare gli stati d'animo di Hana/Mark. Il personaggio va avanti e indietro nel passato e nel presente e necessita di viaggiare attraverso gli anni per sentirsi nuovamente libera».
Note
Il primo film della talentuosa Laura Bispuri gioca molto sull’immagine, sulla suggestione ancestrale del Kanun, l’antica legge consuetudinaria albanese, e, soprattutto, su Alba Rohrwacher, perfettamente in simbiosi con il suo personaggio. La macchina da presa la pedina, le sta sulla nuca, ne indaga il fisico mascolino, l’incedere dinoccolato. Poi però il lento riappropriarsi della propria femminilità nella ”civile” città italiana passa attraverso episodi resi in maniera un po’ forzata e quindi un po’ banale. Adattamento dell'omonimo romanzo di Elvira Dones.
Trailer
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
Commenti (4) vedi tutti
Giuro che è l'ultima volta che lo guardo. Per fortuna il tasto FF aiuta la visione. Scene in piscina semplicemente ridicole. 3
leggi la recensione completa di BradyFilm che va a momenti Suoi e che nonostante il Tema trattato non e' molto incisivo.Bene come spesso una delle Rohrwacher.voto.5.
commento di chribio1Costruito col rigore 'semidoc' di una mobilissima camera a mano e la naturale reticenza di una narrazione affidata alle immagini più che ai dialoghi, pecca nel delineare un percorso umano esemplare, tra insistiti flashback sulla tormentata infanzia della protagonista ed il ritorno ad un lento e difficoltoso recupero della propria identità.
leggi la recensione completa di maurizio73Appasionante e profondo nella descrizione del suo personaggio
leggi la recensione completa di Pperpassione