Regia di Alberto Bevilacqua vedi scheda film
Non avendo letto nessuno dei libri di Bevilacqua, naturalmente non so giudicarlo come scrittore. Di certo c'è che come regista era (dico "era" perché spero che abbia smesso di dirigere film) piuttosto mediocre. E lo dimostra anche in questo "Attenti al buffone!", dove vorrebbe dire una miriade di cose, ma l'unica che gli riesce di far passare con un minimo di nitidezza è che ogni re ha bisogno del suo buffone. Da questo deve lasciarsi sbeffeggiare e mettere in ridicolo: il sovrano sarà messo di fronte alla parte peggiore di sé stesso, ma solo così potrà mantenere lo scettro del potere. Una volta andato via il buffone, anche il re cessa d'esistere. Purtroppo la musa di questo film si chiama farragine, e i personaggi sono costruiti uno peggio dell'altro, a cominciare da quello femminile, affidato alla solitamente brava Mariangela Melato. Quanto a Manfredi, ci risiamo: l'attore ciociaro - che meritevolmente non perdeva occasione per far passare qualche messaggio di sano anticlericalismo - mette in campo il proprio notevolissimo professionismo allo scopo di trovare il modo e la posizione per porre in bella mostra i soliti pacchetti di sigarette. In un film verboso e dai dialoghi inutilmente inzeppati di cascami letterari, si salva indubbiamente la prestazione del bellissimo micione soriano che si fa portare a spasso legato al guinzaglio.
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