Regia di Lloyd Kaufman vedi scheda film
Il nuovo punto vendita della catena di fast food American Chicken Bunker sorge su un antico cimitero indiano: i morti tornano in vita sotto forma di zombies polliformi per tormentare i dipendenti e i clienti del ristorante.
Qualche canzoncina, un mucchio di comparse, effetti speciali miserrimi, ma sufficientemente (non di più) efficaci, interpreti sconosciuti e non esattamente affidabili, una spruzzata di denuncia sociale: montate il tutto su un impianto artistico orgogliosamente poveristico e otterrete Poultrygeist – Night of the chicken dead. Un horror-splatter-musical (ma solo nella prima metà: poi, misteriosamente, le canzoni e i balletti scompaiono nel nulla) demenziale firmato da Lloyd Kaufman e da lui stesso prodotto con la sua (e di Michael Herz) Troma, casa di produzione dedita a lavori estremi – e spesso estremamente divertenti – come questo. Purtroppo in Poultrygeist non gira tutto a dovere e lo si intuisce fin da subito: il gioco di parole del titolo è la cosa più divertente dell'intera opera e a fatica si arriva alla conclusione della vicenda senza sbadigliare; cento minuti di durata sono probabilmente troppi, quando le idee scarseggiano come qui, nella sceneggiatura di Kaufman, Dan Bova e Gabriel Friedman. Il ritmo è oltretutto modesto e la recitazione spesso rivedibile; tra i due protagonisti Jason Yachanin e Kate Graham la distanza è abissale: la seconda è nettamente più incisiva del primo, ma la parte più sostanziosa è di Yachanin. Ma la cosa più preoccupante è che le trovate sembrano esaurirsi nel titolo e la trama procede per lo più a suon di scorregge, vomito e battutine sull'omosessualità (a scanso di equivoci: non è l'argomento, ma la quantità ad annoiare). Kaufman si ritaglia anche un ruolo ed effettua il montaggio insieme a Brendan Flynt; in un cameo compare Ron Jeremy. 3/10.
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