Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
Possibile che l'autore di film altamente poetici (Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera, Ferro 3), capace di fotogrammi che sembrano dei quadri, sia lo stesso di questo One on one? È stato necessario ricontrollare il titolo del film e i database su internet per accertarmene. Sì, è proprio lui: Kim Ki-Duk. Che fine abbiano fatto la sua poetica intimista e il suo passo registico delicato proprio non si capisce. Qui lo spazio viene interamente lasciato a una regia sommaria, paratelevisiva, a inquadrature abborracciate, a una recitazione sotto il livello di guardia e a un plot narrativo insulso. Che è questo: una ragazzina viene barbaramente uccisa. I sette uomini che hanno partecipato all'omicidio vengono rapiti, torturati e costretti e firmare la loro confessione da una non meglio specificata "setta della ombre". Uno dei sette, una volta liberato, cerca di trovare il loro nascondiglio.
Siamo in pieno film fantapolitico, con un nugolo di violentissimi giustiziatori ferocemente anticomunisti (siamo nella tecnologicissima Corea del Sud) che tortura i malcapitati con tecniche che indurrebbero Foucault a riscrivere l'incipit di "Sorvegliare e punire". Puro obbrobrio.
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