Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
È anche possibile che all'epoca "Sugarland Express" abbia avuto un notevole impatto di novità, benché la tematica sia la medesima del mitico "L'asso nella manica" di Billy Wilder, dove pure il tono era anche più drammatico. Presa la trama da una storia vera, Spielberg, alla sua seconda regia (la prima per il grande schermo, considerando che "Duel" fu originariamente girato per la tv), imbastisce questa sfilata di Carnevale con finale tragico per le strade del Texas. Lungi dal voler affermare che il film sia la solita boiata/americanata spilberghiana, direi che la parte migliore, al di là di qualche siparietto comico che, visto a trent'anni di distanza, risulta un po' stantìo (ma con il quale forse Spielberg vuole proprio dirci di non prendere troppo sul serio quanto ci sta raccontando), è quella relativa a una folla che, manipolata dalla tv e dalla religione (Baby Poplin come Gesù Bambino?), si dimostra fanaticamente ottimista ed ottusamente favorevole ai due giovani criminali. Sembra perfino superfluo notare che Spielberg (che come avrebbe dimostrato in seguito conosce i suoi polli) sa che gli americani sono idioti ma non fino a questo punto. E può anche darsi che il giovane regista volesse nascondere dietro al baraccone una critica alla società americana: in tutto il film non c'è un solo personaggio simpatico, uno con il quale il pubblico si possa identificare. In sostanza manca l'eroe. Lo spettatore non sa se augurarsi che i coniugi Poplin riescano a prendere il bambino o che l'abbia vinta la polizia. In realtà credo che lo spettatore lo sappia e che si domandi a più riprese: "ma cosa si credono di fare questi due?". I protagonisti sono due immaturi che un popolo immaturo innalza immeritatamente al ruolo di eroi popolari. La polizia è crudele e inetta, mentre la maggioranza silenziosa non può che inneggiare ai due fuggitivi con metodi da partita di calcio, oppure all'inverso imbracciare il fucile per stenderli. Gli attori, pur senza toccare eccelse vette di recitazione, sono tutti all'altezza, in particolare Ben Johnson (reduce da cento western, e il finale sul fiume mi ricorda la scena di "Pat Garrett & Billy The Kid" in cui muore Slim Pickens), che interpreta il poliziotto paternalista Tanner, e Goldie Hawn nella parte di Lou Jean che, secondo il misogino Spielberg, come Eva non si limitò ad assaggiare la mela, ma la volle offrire anche ad Adamo, coinvolge il debole marito nella sua folle e tragica impresa.
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