La recensione su Sugarland Express

di alan smithee

7 stelle

Cleavis e Lou Jean sono una coppia di giovani un po' sciroccati ma innamorati, separati dalla condanna del primo ad un anno di reclusione, e al quale restano da scontare gli ultimi quattro mesi.

La coppia ha avuto un figlio, di due anni circa, che da alcuni giorni è stato sottratto alla madre per essere affidato ad una coppia che vive a Sugarland.

Quando Lou Jean si reca a trovare il marito, devastata dal fatto di non poter probabilmente più rivedere il suo bambino, finisce per reagire improvvisando una azione utile a far evadere il marito.

La situazione precipita quando, dopo un passaggio forzato estorto ad una coppia di anziani, il viaggio prosegue con un poliziotto in ostaggio.

Braccati dalla polizia e diventati in poche ore gli idoli della folla, che li segue in tv e per le strade lungo la loro rocambolesca fuga verso Sugarland, la coppia in fuga, ed il poliziotto in ostaggio che si trasforma poco per volta in un comprensivo consigliere ed alleato, intraprende un concitato negoziato tramite il saggio capitano Tanner, che cerca di evitare a tutti i costi la fine drammatica a cui sono destinati i due fuggiaschi.

Goldie Hawn, Michael Sacks, Willliam Atherton

Il vero esordio di Steven Spielberg in un lungometraggio destinato al cinema, avviene con un concitato road movie che si trasforma in un thriller scatenato, pieno di azione e di scene di fuga molto ben realizzate.

La vicenda trasforma non solo sul pubblico che li segue nella vicenda, ma anche quello in sala, in un alleato pronto a tutto pur di assicurare ai due fuggitivi (interpretato dai due attori, già famosi all'epoca, Goldie Hawn (magnifica) e William Atherton) di riprendersi il figlioletto e fuggire in Messico ove rifarsi una nuova vita.

Lo vorrebbe in fondo anche il capitano Tanner (interpretato da un ottimo Ben Johnson), che cerca di metterli in guardia aiutandoli quasi alla stregua del giovane poliziotto rapito, entrambi consci della ingenuità dei due e della profonda e comprensibile onesta di fondo che li ha spinti a quell'azione suicida.

Apprezzato quasi unanimemente dalla critica, vincitore del Prix di scénario al Festival di Cannes '74, il film, nonostante la vicenda tutta ritmo e dalla storia galvanizzante, venne inspiegabilmente snobbato dal pubblico, che lo rivalutò solo in seguito, da inizi anni '80, non appena il nome di Spielberg inizio a guadagnarsi la notorietà stellare e la grandezza che ancor oggi lo rappresenta perfettamente come uno dei migliori registi americani dell'ultimo cinquantennio.

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