Regia di Percy Adlon vedi scheda film
Eppure anche questa Marianne potrebbe rappresentare l'angelo che fa vedere al macchinista della metropolitana di Monaco Huber quanto sia meschino il suo ménage matrimoniale e di conseguenza la sua vita. Con le sue forme generose e la sua voglia di vivere, nonostante la sua vicinanza continua con la morte (l'esperienza traumatica della morte della madre, poi il lavoro in una agenzia di pompe funebri), la protagonista rappresenta l'elemento di rottura nella vita, grigia, dell'amato. Non solo, ma qui, nel finale si assiste ad una vera e propria passione, morte e resurrezione da parte di Marianne, che, con un occhio nero, si rialza dal letto e riparte alla carica del suo amato macchinista. Pur non ancora maturo come nel successivo Bagdad Cafè, il cinema di Adlon ci dice qualcosa di non banale attraverso la storia della sua prosperosa protagonista.
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