Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Inseguimenti, sparatorie, sdoppiamenti di persona, equivoci e doppi sensi sono meccanismi che al cinema funzionano (quasi) sempre. Anche qui il racconto è perfettamente lubrificato, ma solo fino alla prima metà. L'introduzione di ulteriori personaggi nella seconda parte rischia di mandarne in corto circuito l'attenzione.
Nel 1923, in Veneto, il blasonato Ernesto Bernabei (Ugo Tognazzi) tradisce la moglie (Virna Lisi) avanzando scuse implausibili. Le fandonie vengono ascoltate casualmente da un ladro (Totò), che prima regge la messinscena al Bernabei e poi lo ricatta. Ma i due non sanno che, nel gioco, si sono serviti del nome del medico personale del Duce. E quando, in una sera di gala, al desco degli aristocratici arriva un graduato del Fascio (Raimondo Vianello), le cose si complicheranno a dismisura. Inseguimenti, sparatorie, sdoppiamenti di persona, equivoci e doppi sensi sono meccanismi che al cinema funzionano (quasi) sempre. Anche qui il racconto è perfettamente lubrificato, ma solo fino alla prima metà. L'introduzione di ulteriori personaggi nella seconda parte, pur riservando allo spettatore molti momenti esilaranti, rischia di mandarne in corto circuito l'attenzione. Se Metz e Gianviti, che hanno scritto la sceneggiatura (l'anno prima avevano lavorato per quella de La cambiale e di Brevi amori a Palma di Majorca), non avessero voluto strafare, il film, comunque affidato all'estro di un Totò in forma smagliante, sarebbe stato un gioiello. La consueta spalla del comico partenopeo, Mario Castellani, è assistente alla regia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta