Regia di Giorgio Molteni, Daniele Santamaria Maurizio vedi scheda film
2 agosto I giorni della collera
UNA STRAGE ancora irrisolta!
Se questo film fosse un piatto, sarebbe di sicuro un minestrone: gonfia, ma non sazia, pieno di roba, anche se leggero.
Ed è proprio su queste due antinomie che qualcosa non regge. O sei pesante, nutriente come una cassoeula, o leggero come un’insalatina. Anche se ognuno ha un apparato digerente differente, cioè un metro di giudizio proprio, le calorie non mentono.
Il film narra le vicende processuali dagli anni 70 in poi inerenti la strage di Bologna del 02 agosto 1980 (in cui morirono 85 persone e 200 furono ferite ) che si intrecciano alla verità storica e a delle scelte autoriali di finzione in un pot-pourri che aggiunge ancora “carne al fuoco" di una già di per sé intricata vicenda.
Se da un lato i due registi Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio sono stati coraggiosi nella scelta del tema, nell’esplorare una storia dolorosa, lunga e malata, che è stata sempre evitata, dall’altro spiace che un tema così interessante, intricato, ancora misterioso, inevaso ed estremamente attuale, (specie in un momento di grave crisi e in cui è stato annunciato il proscioglimento del segreto di Stato), venga sminuito dalla Colombari e dalla sua pessima recitazione che si sgonfia come un soufflè mal riuscito, annullando tutta la tensione che i registi erano riusciti a creare nella prima ora.
I due personaggi interpretati da Lorenzo Flaherty e Martina Colombari non sono veri, e i registi hanno motivato la scelta dell’invenzione dicendo di voler creare un contatto più diretto col pubblico.
Inoltre per le altre incongruenze o licenze espressive, fra cui il pentimento finale della terrorista dei NAR Francesca Mambro, pentimento non avvenuto in realtà, i registi spiegano che era per dare un messaggio positivo alle nuove generazioni; così facendo però l’associazione delle vittime della strage si è allontanata e non ha approvato il film. E non sarà solo per la recitazione della Colombari!!!
Alla fine il film va visto, se non altro per inquadrare quanto marcia sia l’Italia con i suoi impuniti faccendieri, politici o massoni o, se non altro per tener vivo il ricordo di tutti quei morti e feriti innocenti e un capitolo nero della storia Italia che non va più scritto.
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