Regia di Larry Cohen vedi scheda film
The stuff è una specie di gelato cremoso che ha come ingrediente principale un fluido vivo estratto da una misteriosa cava; è buono, dà dipendenza e presto o tardi trucida chi lo mangia.
Lo Stuff non è un gelato (è un dessert, viene specificato a più riprese durante la pellicola) e non uccide affatto, quantomeno per tre quarti della storia; le prime persone che uccide, anzi, sono proprio gli operai che lo producono – e li ammazza esattamente quando avrebbero maggiormente bisogno di una mano per scacciare l’irruzione dell’esercito nello stabilimento. Ma il titolo italiano non è per una volta la cosa peggiore del film: The stuff è infatti un titolo di culto all’interno della filmografia di un autore di culto, Larry Cohen, regista e sceneggiatore di tale opera. Un horror demenziale nel quale è forte e frequentissima la sensazione che le cose siano andate storte, e cioè che il demenziale sia più spesso preterintenzionale che completamente voluto (e voluto lo è senz’altro, questo è evidente). Cohen confeziona infatti un prodotto sgraziato e pesantemente minato sul piano della logica, tra raccordi privi della minima grammatica, battute a effetto del tutto gratuite, personaggi che entrano ed escono a casaccio dalla storia, caratterizzazioni stilizzate ed estremizzate (e quasi sempre politicamente scorrette: il nero pasticcione, la donna sesso debole, l’energumeno ritardato, etc.) e una ricerca del lieto fine esasperata che sfocia in un guazzabuglio insensato nel quale di lieto c’è qualcosa, ma non è neppure chiaro cosa (quantomeno si potrebbe definire “finale sbrigativo”, ecco). Capolavoro trash? Forse sì. Vale la pena di dare un’occhiata se si ha un’ora e mezza da perdere a ridere con (e di?) Larry Cohen. Attori diretti, neanche a dirlo, malamente: fra essi Michael Moriarty – molto legato al regista – e Andrea Marcovicci nei due ruoli principali e poi Paul Sorvino, Danny Aiello, Garrett Morris e Scott Bloom. 4/10.
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