Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Un film insulso e ingiustificabile, la cui unica qualità potrebbe derivare giusto da un interesse storico-sociale verso la situazione della donna nell'Italia retrograda del dopoguerra. Infatti, a Stromboli (Terra di Dio) non gli si può certo negare il realismo delle immagini, frutto della messinscena negata e di tutte le altre caratteristiche del neorealismo, movimento inaugurato dal regista stesso quattro anni prima.
Ma il cinema di Rossellini è sempre potenzialmente nullo. Se Roma citta apertà sfruttava la carta del realismo ricreando vicende storiche quasi contemporanee alla produzione stessa, Stromboli (Terra di Dio) non racconta nulla, ma porta avanti stancamente i malesseri interiori di una Bergman "scostumata" e destinata a trovare la retta via, quella del Signore, non tanto in virtù di una logica trasformazione del personaggio, ma solo in funzione di una vergognosa azione propagandistica voluta da Andreotti e Morlion.
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