Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
In passato ho avuto dei problemi di comprensione con Rossellini e la sua trilogia bergmaniana, invece in questo caso la visione è stata entusiamante. Termini come cinema della modernità o dell'inquietudine usati da molti critici a volte mi risuonavano parole vuote ed estranee (Viaggio in Italia mi ha deluso e devo rivederlo...) ma fra gli scenari violenti ed emotivamente stressanti di Stromboli il tutto prende forma compiuta e incontenibile. La partenza è dal Neorealismo, poi il regista evolve sia il suo messaggio che il suo stile mantenedo un fil rouge di fondo cambiando però le ambientazioni che da accompagnamento diventano protagoniste. Non so perché ma un divario simile, mi ha ricordato l'evoluzione di Van Gogh da "Mangiatori di patate" a "Campo di grano con volo di corvi"... Il malessere esistenziale sfida la Storia e prima di risolvere i problemi 'fuori' di noi dobbiamo sfidare quelli 'dentro' di noi. Così il dramma diventa immane, la Natura nel frattempo detta i tempi e fra indiffernza e simbolici cataclismi circonda una certa umanità che appena uscita dalla più grande tragedia della modernità si era dimenticata della sua 'dimensione' umana. Scene indimenticabili per un titolo memorabile, che nel mio 'piccolissimo' stento a non giudicare 'decisivo', ed eravamo nel 49'. Che tempi e che artisti...
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