Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
E' imbarazzante dover parlare di un film non perfettamente riuscito di un regista considerato a ragione un mostro sacro. Il soggetto originale di Rossellini servì alla realizzazione di due film coevi, questo e Vulcano (con la Magnani) che in origine doveva essere l'unico film girato dallo stesso regista, ma che venne affidato al semisconosciuto William Dieterle, per la rottura sentimentale di Rossellini con la Magnani causato dalla Bergman. Questa lunga premessa "gossip" (fra l'altro ben documentato nel recente docufilm di Francesco Patierno) per inquadrare storicamente "l'atmosfera" e le polemiche che seguirono l'uscita dei due film. Ritornando al soggetto (in ambedue i film), si tratta di una figura femminile dal non limpido passato che viene catapultata in un contesto geografico limitato sia fisicamente che culturalmente, le isole Eolie (ovviamente del dopoguerra e non l' attuale meta turistica). Rossellini girò il film più per compiacere la nuova fiamma sentimentale che per convinzione. Non stilò un copione e le riprese erano improvvisate quotidianamente e qui sta la debolezza del film che alla fine, insistendo solo sulla esasperata insoddisfazione della protagonista, stanca lo spettatore, frastornato fra l'altro da una invadente colonna sonora "sinfomanierista" (del fratello di Rossellini, Renzo). Anche il finale catto-cristiano più che drammatico è stucchevole. La parte più interessante paradossalmente rimane quella documentaristica: la pesca dei tonni e l'eruzione del vulcano, per un film che avrebbe dovuto inaugurare il "neorealismo interiore", cosa che farà , qualche anno dopo e negli stessi posti Antonioni con L'avventura. Amen
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