Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Grande Ingrid Bergman, la scena finale strappa il cuore e ci emoziona nel profondo dell’anima, ci strazia con crudo realismo e potenza.
La profuga lituana Karin Bjorsen(Ingrid Bergman) ha una sola scelta, per uscire dal campo profughi nel quale è confinata, sposare un guardiano, un pescatore di Stromboli, però dovrà confrontarsi con un ambiente che non conosce, usanze e costumi che ignora e che non sono suoi, la vita sull’isola sarà molto difficile e faticosa da sostenere per lei. Sarà un viaggio tormentato, quello di Karin nell’isola, Roberto Rossellini gira un film che affonda le sue radici, nel cinema neorealista a lui caro, un terreno che conosce bene ed e’continuo, con la sua produzione passata. Molto importante la fotografia in bn di Otello Martelli, i chiari oscuri marcati, che esaltano la figura complessa, lo stato d’animo e la psicologia della protagonista, realisticamente perfetta per il ruolo di Ingrid Bergman, la grande attrice holliwoodiana, che si rimette in gioco e vince alla grande, pur essendo abituata alla professionalità del cinema americano, se la cava alla grande, nel lavorare con uno stile registico diverso e con attori non professionisti, si sa la Bergman fu colpita dall’opera di Roberto Rossellini all’epoca, dopo la catartica visione di film come “Paisa’” e “Roma città aperta”. Molto suggestivo il luogo scelto per le riprese del film l’isola di Stromboli, un luogo dalla bellezza selvaggia e dalla natura aspra e misteriosa. Alcune scene sono di un lirismo e di una potenza che emoziona e colpisce: Il rito della tonnara di lucido realismo, la folla che partecipa alle funzioni religiose, i momenti vissuti dai paesani, dopo le eruzioni vulcaniche, il tutto raccontato con toccante realismo e poesia da Rossellini. Il dramma interiore di Karin, si sviluppa su questo sfondo narrativo ed è reso con maestria e classe dalla grande attrice svedese, una profuga della seconda guerra mondiale, una ragazza dal passato oscuro, collaborazionista dei tedeschi, per salvare la vita e tormentata da vicende tristi ed esperienze di vita dure e di sopravvivenza. Ingrid Bergman fu non solo l’attrice, preferita di Roberto Rossellini, in quel periodo storico, ma divenne la compagna di vita, in sostituzione di Anna Magnani, diede tre figli al regista e fu una bellissima storia d’amore vero e contrastato all’epoca, in quanto l’attrice era sposata ancora e fu considerato uno scandalo dai media, questa relazione clandestina. Questo film insieme a Europa 51 e Viaggio in Italia, sono tre grandi film, non capiti all’epoca dai critici e dal pubblico, ma rivalutati nel corso del tempo come film di levatura superiore assoluta. Film con richiami alla spiritualità ed alla teologia reso perfettamente dalla figura di Renzo Cesana, il parroco, ottima anche la prova del debuttante Mario Vitale, nel ruolo del pescatore. Solo un regista fu autore in quegli anni di un film dal crudo realismo simile, Luchino Visconti ne “ La terra trema”, anche questo film girato in Sicilia. Visionato il film in una copia restaurata alla perfezione della Flamingo Video, ricordo che il film fu finanziato con capitali americani tramite Ingrid Bergman, la R.K.O. Il finale del film è uno dei migliori della storia del cinema, quando Karin fugge dall’isola, vicino al vulcano e stanca, provata e disperata si rivolge a Dio, invocando il suo aiuto, nominandolo ed evocandolo, rimane nella memoria collettiva e caratterizza e marca a fuoco l’intero film.
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