Regia di Marco Calvise vedi scheda film
Gli Inverso sono un gruppo di pop folk romano, che alle «solite chitarrine» aggiunge le sonorità di pianoforte, fisarmonica, sax e violoncello: si esibiscono sui palchi di locali non sempre affollati, hanno tutti un lavoro da far combaciare con gli orari delle prove, alcuni hanno una moglie a casa a sentire la loro mancanza. Quando l’occasione chiama, rispondono tra lo stupito e il riluttante: una fantomatica etichetta discografica promette di farli entrare nel giro di quelli che contano, commissiona loro un inedito, e si prepara a rifilare il bidone. Gli Inverso sono un gruppo realmente esistente, recitano nelle parti di se stessi ed eseguono una manciata di brani orecchiabili;?l’opera esile di Calvise ha una filigrana autobiografica più marcata del copione ingenuo che lega insieme una serie di videoclip della band romana. Innocuo e quasi cartoonesco nel delineare i ceffi diabolici della perfida industria discografica, La pioggia che non cade ha il pregio di non prendersi troppo sul serio e di non scimmiottare modelli americani nel racconto, fra incertezze del cuore e passi falsi della carriera, di una ricerca del proprio posto nel mondo (della musica e non). Lontano dall’universo sintetico dei talent, pare quasi un musicarello fuori da ogni tempo, nato graziosamente demodé. Più che un film, però, funge da supporto promozionale per la band, che porta in tour insieme alla pellicola il neonato e omonimo disco d’esordio: la favola meritava forse di essere rimpolpata in sceneggiatura.
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