Regia di Laura Girolami, Federico Patrizi vedi scheda film
Le 24 ore di una donna accerchiata (surrounded) nella sua casa di campagna da misteriosi individui mascherati. Il marito è partito per lavoro, il figlio è ancora in grembo, la solitudine gioca brutti scherzi alla psiche e i sensi di colpa riaffiorano, reincarnati nelle presenze che violano ripetutamente i confini domestici. Produce Gabriele Albanesi, lecito aspettarsi un’orgia di sangue. Invece si gioca in sottrazione, cercando la suspense e la costruzione di un ambiente domestico straniante. L’idea è di trasformare la padrona di casa in un’estranea, chiamata a fare i conti con una realtà che, improvvisamente, diventa altra da sé. Girolami e Patrizi seguono la lezione argentiana, rinunciando a sceneggiatura (dai sottotesti superficiali) e dialoghi (tremendo il doppiaggio, superflui i contenuti) a beneficio di una messa in scena ricercata e consapevole. Si gioca con spazi vuoti e muti, inquadrati e deformati in prospettive panoramiche grandangolari che restituiscono un labirinto tentacolare di stanze e corridoi. Si destabilizza lo sguardo con finte soggettive impersonali e variazioni di messa a fuoco, per svelare sempre allo spettatore qualcosa di nuovo che la protagonista ancora non sa. Se modelli e citazioni appaiono scontati omaggi al filone thriller di assedio domestico (da Profondo rosso a Shining, da Panic Room a The Strangers), le capacità tecniche dei due registi e il loro utilizzo del mezzo cinematografico rendono Surrounded un prodotto più ricco della media indipendente italiana di genere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta