Regia di Laura Girolami, Federico Patrizi vedi scheda film
Thriller d'atmosfera, parte bene ma poi si perde. Così, così
Maryann e Carl si sono da poco trasferiti in una villa isolata, in campagna. La protagonista, interpretata da una convincente Tatiana Luter,è una giovane insegnante, incinta di poco più di due mesi. Il marito Carl è un avvocato, deve stare fuori un giorno e una notte, per partecipare ad un Convegno, cosi la donna rimane sola. All’inizio tutto procede per il meglio, Maryann va a fare un po' di jogging, poi torna si fa la doccia e già qualcosa però sembra non quadrare; ci sono porte che si aprono da sole e una specie di molla penzolante, che oscilla senza che nessuno l'abbia sfiorata. Bussa un tizio con il quale la ragazza parla attraverso la porta, ma senza aprirla, le chiede conto del suo cane, ma ha un tono canzonatorio e inquietante, vuol sapere anche se è sola in casa, poi incontra il giardiniere che saluta e va via e infine una lattaia ansimante, che l’ha raggiunta con la bici. Dopodiché resta del tutto sola in una casa, persa nel nulla e comincia ad avvertire un senso di disagio, sembra peraltro portare il peso di una “imprecisata” colpa; all’interno dell’abitazione con design sobrio e iper-moderno, non sembrano esserci apparecchi tecnologici, niente TV, cellulare o smartphone. I telefoni sono tutti apparecchi vintage, con suonerie d’epoca, campanello della porta compreso. Maryann ha la sgradevole sensazione di essere osservata da qualcuno, inquietanti presenze cominciano a fare capolino nella villa e lei comincia a provare angoscia e paura; si ritroverà dopo un pò, circondata e assediata da individui vestiti di nero, col viso coperto da una maschera bianca. Nonostante il budget ridotto, 15.000 € e i tempi di lavorazione stringatissimi, due settimane, si percepisce lo sforzo di portare sullo schermo un prodotto raffinato e bisogna ammettere che per tutta la prima parte la regia ci riesce magnificamente, grazie all’ambientazione asettica e glaciale, alle acrobatiche inquadrature, con un largo uso di grandangoli, con riprese in steadycam, in virtù di una fotografia elegante, che gioca con i chiaroscuri e di una colonna sonora ”appropriata”. Insomma è indiscutibile che la confezione sia pregiata e le premesse siano più che promettenti, i due cineasti riescono a far salire la tensione anche se non succede ancora nulla. Quando però la sceneggiatura mette sul tavolo tutte le sue carte, arriva la cocente delusione. C'è un'evidente squilibrio tra l’attenta e scrupolosa preparazione agli eventi, e il loro successivo sviluppo con relativa chiarificazione, poco convincente e poco credibile
Surrounded è l'esordio alla regia di Laura Girolami e Fedrico Patrizi, coppia nella vita e nel sodalizio artistico. Il loro primo film, a buon diritto, si può inserisce nel filone dell'home invasion, ispirandosi in parte ai modelli americani, vedi in particolare John Carpenter e in parte al thriller italiano degli anni '70 e '80, con evidenti richiami e suggestioni a molte opere di Dario Argento e Lucio Fulci, nonché a Sergio Leone. Il film è così,così.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta