Regia di Hiromasa Yonebayashi vedi scheda film
La dodicenne Anna, malata di asma, aspirante disegnatrice e con grossi problemi relazionali, viene mandata dai genitori adottivi, per il periodo estivo, in campagna presso alcuni lontani parenti. Qui trova conforto dall’incontro con la coetanea e misteriosa Marnie.
Tratto dall’omonimo romanzo del 1967 di Joan Gale Robinson (su wikipedia si legge “uno dei 50 libri che più hanno influenzato l'opera dell'animatore giapponese Hayao Miyazaki”) e diretto dal regista del già pregevole “Arrietty”, l’ultimo (?) film di casa Ghibli è un cartoon gotico di abbagliante bellezza, un romanzo di formazione di sorprendente sensibilità, una ghost story di poetica magia, dai risvolti quasi hitchcockiani (e non solo per il nome della protagonista). Audace e coraggioso (di fatto è la tenerissima storia d’amore tra due ragazze solitarie e introverse), non privo di momenti anche cupi (la splendida sequenza al silo nel bel mezzo di un burrascoso temporale) e di episodi altamente drammatici (il lungo e tragico racconto della signora Hisako a rivelare il destino di Marnie, risolto peraltro con mirabile e toccante leggerezza), contrappuntato da un’ironia sottile e contagiosa affidata per lo più al simpatico personaggio di Sayaka, la nuova amica di Anna, “Quando c’era Marnie” incanta e conquista per la delicatezza mai leziosa, scolastica o ammiccante con cui racconta il malessere, le insicurezze e la paura di una ragazzina che si detesta e fatica a trovare una sua collocazione in una società dalla quale si sente esclusa e disprezzata, avvertita unicamente come un pesante e tedioso fardello. Sospeso tra sogno e realtà, fantasmi e illusioni, passato e presente, malinconia e romanticismo, arricchito da un disegno di rara perfezione, avvolto in un’atmosfera di incantevole purezza, popolato di personaggi studiati con meticolosa e credibile delicatezza, un film struggente a cui è impossibile resistere a conferma della vitalità e della freschezza di uno studio che anziché ripiegarsi su se stesso giocando sull’usato sicuro, rivela ancora una volta la volontà di percorrere strade nuove senza però mai smarrire la grazia inimitabile del suo inconfondibile tocco. Prezioso.
Voto: 9
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