Regia di Alberto Meroni vedi scheda film
Il cosiddetto “cinema regionale” è fenomeno comune soprattutto a certe zone del nostro sud (i film in barese, o napoletano...) ma con La Palmira Ul Film si fa addirittura transfrontaliero. Sulla scia dei Legnanesi (fin dal trailer testimonial dell’operazione), la Compagnia comica dialettale di Mendrisio, con la regia di Alberto Meroni, ha deciso di trasformare gli sketch che da anni porta in giro per i teatri del Canton Ticino in un lavoro ben strutturato, che non ha ovviamente alcuna voglia di perdere le proprie caratteristiche da avanspettacolo. L’occhio di uno spettatore smaliziato coglie più di una ingenuità formale, ma l’interesse in questo caso è più antropologico che folklorico o cinematografico. La Palmira del titolo, interpretata come tradizione vuole da Rodolfo Bernasconi en travesti, è una sciura che non le manda a dire, intorno alla quale ruota una costellazione di pittoreschi personaggi, tra i quali il marito beota Eugenio (in dialetto: Ul Geni) e la sorella storna Miglieta. La routine quotidiana è sconvolta dall’arrivo di un circo “foresto” e dalla scoperta di un tesoro, da qualche parte... Pretesti per sciorinare una serie di gag che mettono a confronto la popolana scaltrezza della Palmira con la modernità incalzante. Il “mendrisiotto” (frangia particolare del dialetto lombardo occidentale) ha una sua ruvida musicalità, e il cast si dimostra abile. Trionfo nella Svizzera italiana, ma il film sta andando bene anche a ovest di Milano.
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