Trama
La Palmira con il suo passo deciso, che non tradisce l’età, gira per le strade di Mendrisio. Intanto un clown cerca di divertire il direttore del circo Beck, appena arrivato nella cittadina. Palmira è alla ricerca del marito Geni, che non rinuncia a un bicchiere di vino in più e della cognata Miglieta, che mira solo a leggere le sacre scritture in chiesa. A impedirglielo è Don Giovanni, il parroco arrivato da un paio d’anni e assistito da Ersilia, la perpetua che si nutre di telenovele e di trasmissioni tivù. E tanto impicciona da chiedersi perché Don Giovanni ogni due anni cambia parrocchia. E che rapporti ha con Elisabetta, l’assistente del direttore del circo? Due mondi diversi si contrappongono: i sempliciotti da un lato e dall’altro i furbetti, che sono pronti a tutto pur di risollevare le sorti del circo sull’orlo del fallimento. La scoperta di un Picasso nella camera della Miglieta sarà determinante, capace di indurre ad azioni imprevedibili.
Note
L’occhio di uno spettatore smaliziato coglie più di una ingenuità formale, ma l’interesse in questo caso è più antropologico che folklorico o cinematografico. Anche se la trama del film è un semplice pretesto per sciorinare una serie di gag che mettono a confronto la popolana scaltrezza della Palmira con la modernità incalzante, il “mendrisiotto” (frangia particolare del dialetto lombardo occidentale) ha una sua ruvida musicalità, e il cast si dimostra abile. Trionfo nella Svizzera italiana, ma il film funziona anche a ovest di Milano.
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