Regia di Frederick Wiseman vedi scheda film
Frederick Wiseman chiede, e ottiene, l’accesso a ogni locale della National Gallery di Londra, per 12 settimane, a cavallo tra 2011 e 2012. Filma la vita dell’edificio, nell’edificio: il suo documentario è, prima di tutto, un incredibile saggio sullo spazio fisico della galleria, sulla sua natura concreta di contenitore di arte, sul contesto che inevitabilmente fornisce a opere concepite per ambienti completamente diversi. Veterano di un cinema del reale che interroga le istituzioni senza filtrarle con interviste frontali, osserva le lunghe ed estenuanti trattative del direttivo su questioni di budget che non riguardano solo il restauro (cui sono dedicati ampi e magnetici segmenti) o l’allestimento delle mostre, ma soprattutto la galleria in sé. Filma i dubbi degli uomini e delle donne che hanno in mano la gestione di una inestimabile fetta di patrimonio dell’umanità: è lecito cedere la facciata del museo alla manifestazione benefica Sports Relief? Filma le proteste degli attivisti di Greenpeace che su quella facciata si sono arrampicati per denunciare il coinvolgimento di Shell come sponsor della Gallery. Filma il mormorio di delusione della coda di turisti che restano fuori dall’edificio per la mostra da tutto esaurito su Leonardo. Allontana qualsiasi intento didattico o celebrativo, qualsiasi retorica sulla bellezza e sullo sguardo, per costruire un discorso tanto stratificato e complesso quanto fulminante, sul rapporto (di oggi e di ieri) fra cultura e capitale.
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