Regia di Fabrice Du Welz vedi scheda film
L'incipit di una schermaglia amorosa di reciproci infingimenti è per Frabice du Welz l'occasione per precipitarci nel cuore oscuro di una passione umana che fraintende il senso delle convenzioni sociali, sovvertendone i ruoli e rivoltando nel mondo esterno l'inferno delle depravazioni e degli abomini che ha per lungo tempo coltivato dentro di sè.
Gloria vive da sola con la figlia ancora piccola, lavora nella morgue di un ospedale ed è alla ricerca della sua anima gemella. Michel è uno scapolo di bell'aspetto afflitto dall'emicrania che pratica riti propiaziatori e circuisce donne sfiorite per poi derubarle. Il loro incontro rappresenta una svolta per due cuori solitari votati alla deprazione ed uniti da un sodalizio criminale sanguinario ed implacabile.
Gloria!Gloria! Alleluia!...
L'incipit di una schermaglia amorosa di reciproci infingimenti è per il belga Frabice du Welz l'ennesima occasione per precipitarci nel cuore oscuro di una passione umana che fraintende il senso delle convenzioni sociali, sovvertendone i ruoli e rivoltando nel mondo esterno l'inferno delle depravazioni e degli abomini che ha per lungo tempo coltivato dentro di sè. La giusta ispirazione gli proviene da un soggetto tratto da una storia vera (The Lonely Hearts Killers della coppia criminale Raymond Fernandez& Martha Beck) già portata sullo schermo in diverse occasioni e qui trasfigurata nella sordida parabola di una deriva tanatoerorica in cui il caso, quale imprevedibile stratagemma di un diabolico calcolo combinatorio, favorisce l'incontro ed il sodalizio di personalità disturbate e complementari che trasformano l'occasione propizia di un comune progetto criminale nello strumento attraverso il quale dare la stura al vaso di Pandora di una inarrestabile rivalsa sanguinaria. Suddiviso nei capitoli intitolati ad alttrettanti personaggi (vittime e carnefici) della vicenda e che scandiscono le tappe di una drammatica progressione verso l'acme di una efferatezza quasi insostenibile, il film di Du Welz alterna allo scabro realismo del racconto di una passione malata e radicale, gli scarti allegorici di un pessimismo senza speranza che si alimenta di oscuri riti esoterici e trova nella contaminazione di un beffardo simbolismo religioso la metafora del prevalere degli istinti più brutali sul primato di una cultura che dovrebbe mediarne le pulsioni e addomesticarne i comportamenti, fino al blasfemo paradosso di un inno sanguinario al demone della lussuria e della vendetta invocato nelle suggestioni del titolo e nel nome della sua assatanata protagonista. Se nei tabù del sesso (incestuoso) e dell'omicidio si alimentano le contraddizioni di un rapprorto di reciproca dipendenza pronto a farsi carico delle inespresse pulsioni dell'altro (lei uccide le donne con cui non vuole che lui vada a letto, lui va a letto con le donne che lei vorrebbe uccidere), è nella confusione (vera e simulata) dei ruoli reali che si gioca l'ambiguità di un passione amorosa che, per quanto malata ed estrema, è pur sempre una passione amorosa: una moglie e madre amorevole che si finge sorella del suo amante ed è pronta ad uccidere la figura materna rappresentata dalle donne con cui il suo edipico compagno si costringe ad intrattenersi. Più che alla vicenda reale più volte rimaneggiata e trasposta nella rappresentazione cinematografica, il crudele divertissement di Du Welz richiama alla mente Les diaboliques di Henri-Georges Clouzot (uguale il nome del protagonista), civettando a bella posta con gli indizi mistificatori del Maigret di Simenon e con la reale passione cinematografica dei veri amanti diabolici tradotta nella immaginaria venerazione per la coppia Bogart-Hepburn e per la loro buffe schermaglie amorose sul set de La Regina d'Africa di John Huston: lei zitella missionaria impegnata in un innocente ed infantile corteggiamento con un donnaiolo impenitente ed alcolizzato già minato da un male incurabile; da quelle parti c'era pure la Bacall che li teneva d'occhio! Quattro premi al Festival del Cinema Fantastico di Austin nel 2014 ed altri tre ai Magritte Awards nel 2016.
Glori: Quanto mi manchi Michel...
Michel: Anche tu Ciccia, anche tu...
Glori: Fai attenzione amore mio, sii prudente...la gente è incapace di vedere l'immensità del nostro amore infinito. Loro non sognano più. Sono vuoti e soli. Vivono nel buio.Io ho trovato te. Tu mi hai riportata in vita.
(Amanti in...Erba)
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