Regia di Franco Lolli vedi scheda film
Spostiamoci oltreoceano in America Latina, per affrontare un bellissimo film dal titolo GENTE DE BIEN, opera prima del colombiano Franco Lolli, presentato alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes 2014 con un buon riscontro di critica. Una storia di ordinaria povertà, di bontà ricevuta e mal riposta o sciupata da un carattere forte che, unita alle circostanze crudeli della vita, finisce per far gettare via ad un bambino decenne, la possibilità di un futuro meno incerto presso una agiata famiglia della ricca borghesia. Ma andiamo per ordine: Eric ha dieci anni ed un grosso cane che ama come un fratello: l'idea di doversi trasferire con la madre dal patrigno che non può accudire quel grosso animale, spinge il ragazzo ad accettare di andare a vivere col padre naturale, un piccolo falegname che vive nell'indigenza ed un lavoro saltuario e mal retribuito.
Tuttavia una donna ricca alla quale l'uomo sta ristrutturando casa, si impietosisce e si offre di ospitare il ragazzo a casa sua per farlo giocare con il proprio bambino di poco più grande, farlo studiare, ed ospitarlo a passare il Natale e le vacanze nella splendida residenza di campagna che la famiglia condivide con altri parenti fuori città.
Il padre li segue lavorando anche nella casa di villeggiatura, ma presto l'insofferenza lo coglie e fa ritorno in città assieme al cane, che nel frattempo si ammala.
Deriso dai suoi coetanei ricchi e snob, Eric si ribella e si scatena fino a che la donna è costretta a riportarlo dal padre nella triste sua dimora metropolitana. Intanto la vita del cane è appesa ad una scelta difficile ma inevitabile da prendere, e il ragazzo anche grazie al dolore di una perdita importante, riuscirà a maturare la consapevolezza che la vita va presa al volo nelle scelte e nelle opportunità, di per sé già molto sporadiche, che essa è in grado di offrirci lungo la nostra tormentata avventura terrena.
Un film dai toni e tratti neorealistici a cui tanto e bene ci ha abituato molto cinema sudamericano.
Il film è piccolo e potente, interpretato benissimo da un ragazzino che non eccede in vezzi ma rimane ancorato alla vita reale dell'ultimo gradino sociale del macrocosmo colombiano della metropoli. Un film che lascia il segno e commuove, abbaglia per la bellezza del messaggio che ci lascia nel cuore e per la purezza e la stretta aderenza alla realtà che trasuda in tutta la pellicola.
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