Regia di Robert Bierman vedi scheda film
Film parecchio originale sulla tematica dei vampiri. Ha uno stile non satirico, ma grottesco che intrattiene abbastanza lo spettatore. Può sembrare una boiata, ma non lo è. Mostra il punto di vista di un vampiro, o di un uomo che si sente tale, compiendo un lungo viaggio attraverso la sua psicologia anomala e morbosa. In questo caso, il protagonista è un agente letterario che comincia a sentirsi strano dopo essersi reso conto che lottare con i pipistrelli lo eccita, ma che impazzisce del tutto dopo un casuale incontro sessuale con una donna che lo morde sul collo. Si convince di essere un vampiro tanto da avvertirne tutti i sintomi immaginari e non. Inizia soprattutto a sclerare e a comportarsi molto male con una delle sue segretarie e neanche le sedute con una psichiatra riescono a fargli capire che tutto quello che vede o pensa di vedere, è spesso frutto della sua immaginazione dovuta ad una sempre più grave instabilità mentale. La trama non presenta momenti di tensione o terrore, sangue e denti aguzzi sono mostrati appena in poche occasioni, dunque non è la solita minestra riscaldata, ma è un film che riesce a coinvolgere più del previsto rivelandosi fortemente suggestivo e tutto da capire. Sono soprattutto il delirio del protagonista Peter Loew e la sua introspezione psicologica sulla natura vampiresca che catturano l'attenzione generando parecchie sequenze grottesche che sorprendono e che talvolta fanno anche ridere. Tuttavia, nonostante i suoi pregi, il film possiede il difetto di una sceneggiatura un po' piatta e statica, che riesce a sviluppare lentamente gli eventi che comunque gravitano sempre intorno agli stessi soggetti e scenari e che è soprattutto sconclusionata dato che lascia molte situazioni irrisolte.
Pazzoide, buffo, divertentino, ma un po' sopra le righe.
Non c'è male.
Più che discreta.
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