Regia di Robert Bierman vedi scheda film
Peter Loew (Nicolas Cage) ha una vita sentimentale frivola piena di avventure da poco conto e lavora come direttore in una società ove il suo unico scopo sembra quello di maltrattare una povera segretaria con il pretesto di una pratica smarrita. Un giorno, mentre è in compagnia di una ragazza, entra in casa sua un pipistrello che inizia a svolazzare da una parte all’altra. L’episodio, che si somma ad altre strane circostanze, metterà a dura prova la fragile psiche di Peter che, da lì in avanti, inizierà a pensare di essere in procinto di trasformarsi in vampiro.
Dietro le vestigia di un film disimpegnato, che potrebbe apparire a primo acchito come una commedia spiritosa, seppure in salsa horror, si nasconde una storia drammatica che parla di solitudine metropolitana, mobbing, ricerca di una stabilità emotiva e sentimentale che sembra perdersi nella routine di una grande città - New York - che tutto fagocita e inghiotte. Non a caso la sceneggiatura di Stress da vampiro è stata scritta da Joseph Minion, già autore della sceneggiatura di Fuori orario, il capolavoro di Scorsese che, sempre con lo stesso tono tra reale e surreale, parlava dei medesimi temi. Peter, apparente uomo di successo, è un individuo insicuro e bisognoso di amore, che freudianamente cerca sfogo alla propria nevrosi creandosi un proprio mondo metafisico che lo possa trasformare da vittima in carnefice, da semplice comparsa a protagonista. Le tinte nere del film colpiscono subito allo stomaco, come la fotografia algida di New York, mentre l’interpretazione di Cage si fa debordante, eccessiva ma perfettamente adatta alla parte, e riesce a trasmettere tutto il disagio interiore del protagonista. Seppur non sempre perfetto, nel dover tenere insieme commedia, dramma e molti elementi eterogenei, Stress da vampiro è un film che spicca per la sua originalità e che rimane impresso nella memoria.
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