Regia di Myroslav Slaboshpytskyi vedi scheda film
Finalmente ce l'ho fatta: era da un anno che speravo ardentemente di riuscire a vedere questo film (era diventato un chiodo fisso, lo ammetto), ed esattamente da quando arrivavano le prime immagini e le prime recensioni dalla presentazione al Festival Di Cannes 2014, nella sezione "Semaine De La Critique", dove vinse il Gran Premio.
Vetrina che probabilmente ci ha aiutato a vederlo anche in Italia: la benemerita Officine Ubu, sia pure dopo un anno, ci ha regalato questa preziosa distribuzione nelle sale italiane. Vabbè 1): meno di venti in tutta Italia, Vabbè 2): nell'afoso ponte del due giugno; ma sempre meglio fare qualche chilometro in più (per me quasi 100 chilometri per raggiungere temerariamente l'unica sala del Veneto, a Treviso) che restare a bocca asciutta.
Apro una piccola parentesi: la sala, pur essendo pieno pomeriggio (e Giugno!) era anche piena... Forse è solo una mia impressione, ma spesso strombazzatissimi film commerciali distribuiti in centinaia di copie fanno medie per sala bassissime e certi film d'autore invece vengono invece preventivamente sottovalutati... ma qui chiudo la parentesi, e arrivo al film.
Sergey è un giovane sordomuto che arriva in un collegio. Scoprirà subito che i suoi compagni, dai quali verrà sottoposto a pratiche di iniziazione per inserirsi nel gruppo, sono dediti al fumo, alla criminalità, alla prostituzione, ai saccheggi, in un ambiente violento e degradato dove non c'è il faro della moralità e la vita umana vale molto poco...
Gli attori siono sordomuti come i personaggi, e sono stati presi dalla strada; nel film non ci sono dialoghi, né sottotitoli dei linguaggi di comunicazione. La locandina ci dice di prepararci a "un'esperienza cinematografica senza precedenti" e che "il cinema non sarà più lo stesso". Come dargli torto? La scelta del regista è assolutamente estrema, anche se non ci esclude assolutamente dal racconto e dalla storia, bensì ci include in una maniera diversa, che finisce per stimolarci e affascinarci.
E il racconto, preparatevi, non è per tutti. E' l'analisi cruda e realistica di un microcosmo di violenza e criminalità, in cui i rapporti di potere non possono prescindere dal denaro, dalla sopraffazione e dalla illegalità, la macchina da presa è implacabile e registra ogni crudeltà e ogni dettaglio (non manca la scena di un aborto clandestino, con parecchi minuti di camera fissa), anche nelle scene di sesso (molto bello il corpo del giovane protagonista, quel ragazzo che entra nell'istituto con sguardo indifeso e poi finisce per rimanere invischiato in un sistema deteriorante, fino al finale ad effetto).
Ma questo è un cinema prezioso, sincero, autentico, che osa sperimentare e proporre soluzioni nuove con grande coraggio. E' un cinema che dobbiamo a tutti i costi inseguire, fosse anche per decine di chilometri, e non farci assolutamente scappare. Voto (da 1 a 10): 7/8.
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