Regia di Sigrid Andrea Bernardo vedi scheda film
Anita è un ufficiale dell'esercito filippino. Preparando lo zaino per tornare a casa in licenza trova nell'armadietto vecchi ricordi che la fanno pensare con un sorriso alla sua infanzia.
A 12 anni Anita è una spilungona magrissima, tutta occhi, denti e gambe, che passa le giornate di vacanza giocando coi suoi amici rotondetti, vestita con maglietta mimetica e in ruoli decisamente maschili. E' la disperazione della sua vezzosa amica Carmen e della mamma Lolita, che da quell'unica figlia nata così tardi si aspettava ben altra riuscita, invece di quel maschiaccio. Lei non ha tempo per i bei vestiti, si taglia i capelli e si rifiuta di sfilare agghindata come una principessa durante la tradizionale processione di fertilità per la festa di Santa Clara. Il padre di Anita, ex militare, è morto l'anno prima e alla bambina manca molto; di lui conserva con venerazione l'armonica a bocca, che sta imparando a suonare, e una boccetta di brillantina, che annusa di tanto in tanto. A farle un po' da padre, un po' da fratello maggiore, c'è il cugino Oscar.
Un giorno torna in paese la bellissima Pilar, che 10 anni prima, quando era fidanzata con Oscar, era fuggita precipitosamente fra un mare di pettegolezzi, rinfocolati ora dal suo ritorno dopo la morte dei genitori, con cui aveva tagliato ogni rapporto. Anita la vede ed è amore a prima vista, quella donna bellissima diventa la protagonista dei suoi sogni ed è deciso: quando sarà grande la sposerà. Pilar, naturalmente, è ignara dei veri sentimenti di Anita; è incuriosita dalla simpatica bambina che le ronza intorno, e nonostante la differenza d'età la ricambia con ospitale amicizia. Nel corso della storia affiorano ad uno ad uno segreti dolorosi e lontani drammi irrisolti.
Nel finale ritroviamo Anita adulta: ora si sente pronta per vivere una nuova e reale storia d’amore: quel primo, folle innamoramento senza speranza non è stato inutile.
Le Filippine hanno la reputazione di essere un Paese gay-friendly, e il suo cinema nazionale ha prodotto una serie di film a tematica gay ben accolti dalla critica e di grande successo commerciale. Il debutto della sceneggiatrice e regista Sigrid Andrea P. Bernardo non è tanto una storia di (immaginario) amore lesbico, quanto un romanzo di formazione e insieme un affettuoso ritratto della società di provincia. Nonostante tocchi alcuni temi di una certa gravità, riesce a mantenere un tono lieve e spumeggiante inserendo eccellenti personaggi di contorno: impagabile il gruppo delle matriarche e divertentissimi i due giovani amici Carmen e Goying, che spesso rubano la scena. Gioca con mano leggera con gli stereotipi - la vita vera che tende a somigliare alle soap opera della radio, le cerimonie religiose ai limiti del paganesimo, i pettegolezzi di paese - e vince.
Affascinante racconto di confusione sessuale e ribellione pre-adolescenziale, il film ha il suo asso nella manica nella formidabile, vivacissima interpretazione dell'esordiente Teri Malvar. La splendida ex indossatrice ed ora attrice Angel Aquino, che interpreta la rimpatriata Pilar, supporta con abilità la collega più giovane, sottolineando l'innocenza della loro relazione. Da segnalare inoltre la limpida, luminosa fotografia di Alma de la Peña.
Presentato nel 2014 al Far Est Film Festival di Udine, nel 2015 ha ricevuto una Menzione Speciale dalla giuria del 29° MIX Milano (Festival di Cinema Gaylesbico e Queer Culture). Speriamo che sia la volta buona e qualche distributore si decida a mostrare anche al pubblico italiano questo piccolo gioiello di freschezza.
(pubblicato in precedenza su masedomani.com)
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