Regia di Gennaro Righelli vedi scheda film
Una fruttivendola, che durante la guerra ha saputo sfruttare le occasioni della borsa nera, si ritrova in tempo di pace ben posizionata economicamente e in grado di gestire un potere d'acquisto notevole. Entra per esempio in possesso della villa di un nobile decaduto, a cui comunque concede di abitare gli scantinati, e la invade con la sua corte di servitori, di un amministratore dal talento discutibile, della sorella nubile circuita da un soldato americano che si spaccia per ricco minatore californiano. Nonché di dipinti d'arte contemporanea, pagati cifre esorbitanti, ma di dubbia autenticita'.
Anna Magnani interpreta la voglia di riscatto sociale delle masse popolari, fornendovi sia un alto tasso di autostima per le proprie capacità, ma anche quel sussiego mescolato alla vergogna delle proprie origini. Inevitabilmente si scontrera' con profittatori che ne lusingheranno l'aspetto vanesio per poi truffarla, ma anche con un nobile depauperato, Vittorio De Sica, ricco di capacità empatiche, che l'aiuterà a ritrovare se stessa dopo la caduta.
Film moralistico, che mentre esalta in un certo senso la
nobiltà del lavoro manuale, dall' altro lato sembra sancire la impossibilità di fare salti sociali: non solo un popolano, per quanto arricchito, è sempre in deficit rispetto alle altre classi sociali, ma anche la ricchezza in mani sbagliate diventa fonte di infelicità. Peccato per l'assenza di qualunque riferimento ad altri strumenti di ascesa e riscatto sociale, in particolare alla scuola e l'istruzione...
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