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Porno sogni superbagnati

Regia di Bruno Gaburro vedi scheda film

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La recensione su Porno sogni superbagnati

di mm40
1 stelle
I sogni di un borghese benestante di mezza età sono popolati di frenetici e intensi accoppiamenti sessuali che riguardano tutti i suoi familiari, le domestiche e persino qualche sconosciuto, ma mai lui stesso. E la realtà, a occhi aperti, non è molto diversa.
 

Già dal titolo si intuisce pienamente il totale spessore artistico di questa pellicola, uno dei primi porno all'italiana, che ha però qualche motivo di curiosità assolutamente innegabile. Il primo è certo il più evidente: la partecipazione fra i protagonisti di un attore degno di massima stima come Enzo Garinei, apprezzato caratterista in decine di film dalla fine degli anni Quaranta e interprete teatrale di ottimo livello; come è prevedibile, Garinei qui non prende parte ad alcuna scena pornografica - di cui la trama è zeppa, quasi senza soluzione di continuità - e recita non più che una manciata di minuti in una serie di brevi gag, a partire da quella di apertura (marito e moglie stanno per fare l'amore, entra la domestica e la moglie preferisce avvinghiarsi a quest'ultima: ecco, il film sarà tutto così, o perfino peggio). In secondo luogo è interessante notare come la pornografia in Italia proceda sulla falsariga del cinema 'tradizionale', in particolare nel segno della commediola erotico-demenziale che tanto successo aveva riscosso nel corso del precedente decennio, filone al quale lo stesso Garinei aveva preso in più occasioni parte. E in effetti questo Porno sogni superbagnati viene anche spacciato come remake hard di Peccati in famiglia (1975), diretto da Bruno Gaburro; questo fattore potrebbe aiutare a farsi un'idea abbastanza precisa di chi si nasconda dietro lo pseudonimo di Caroline Joyce che il regista qui sfrutta per mantenere l'anonimato. Altri sosterrebbero la presenza di Joe D'Amato dietro la macchina da presa, mentre Imdb - solitamente piuttosto attendibile - vorrebbe invece affidare la regia al francese Claude Pierson (e in effetti la pellicola è stata prodotta fra Italia e Francia); quale che sia l'effettiva verità, è bello che rimanga comunque un velo di dubbio attorno a essa. E il 'fascino' di questi prodottini, infimi e inconcludenti dal punto di vista sia dei contenuti che della forma, non potrebbe comunque essere altro. 1/10.

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