Regia di Rolf de Heer vedi scheda film
Nell'australiano CHARLIE'S COUNTRY, presentato per la prima volta al Festival di Cannes dell 2013, troviamo l'ottimo e volitivo regista Rolf De Heer, quello dell'horror cult-futurista-postatomico splendido "Bad Boy Bubby", nuovamente, dopo The tracker e 10 canoe, alle prese con gli aborigeni della propria terra natale e nuovamente dietro le spalle del più famoso attore di quel continente, quel Favid Gullpilil che ha già incontrato diverse volte, ma visto anche in molte altre produzioni, a volte anche di grosse majors (Australia di Buzz Luhrmann su tutte).
L'attore interpreta Charlie, appunto, che si intestardisce a tornare a vivere secondo le origini della propria razza e civiltà, e per questo compie un percorso alla deriva che lo vede poi riunirsi ad un gruppo di suoi conterranei, schiavo come lui dell'alcolismo, e per questo perseguiti tutti con tenacia dall'autorità di polizia, tutta di razza bianca.
Ne esce un ritratto malinconico e pure dolce di un uomo solitario che suscita tenerezza per la confusione che anima le proprie intenzioni, tra spirito di ribellione ed indipendenza e necessità di conformarsi alle regole, pagando anche con la detenzione certe ribellioni fiere e risolute.
Dal Certain Regard 2013, un film quasi documentaristico che trasuda atmosfere da antipodi, estranee, lussureggianti, ma anche ostiche e dunque pericolose ma affascinanti, dove la natura selvggia ed incontaminata non fa solo e semplicemente da sfondo, ma diviene un elemento primario di cui il combattuto e confuso protagonista vuole tornare a costituirne una sfaccettatura o una parte integrante, seppur piccola, quasi infinitesimale.
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