Regia di Sergei Loznitsa vedi scheda film
Con questo interessante documento passato anche da Cannes, Loznitza ci fornisce il racconto per immagini (necessario per comprendere meglio anche ciò che in quelle terre si sta consumando nel presente) della rivolta popolare di Kiev contro il presidente filorusso Ianucovych (evidente burattino al soldo di Putin) che ha coperto il periodo compreso fra il novembre del 2013 e il marzo del 2014.
Nel suo percorso narrativo (realizzato con sorprendente tempestività) il regista mette in evidenza il costante, progressivo "lavoro" di corruzione portato avanti dai regimi comunisti nel corso di 70 anni (scandaloso e sconcertante) che dovrebbe far riflettere chi ancora inneggia anche dalle nostre parti alle parole di un presidente "supremo" (Putin appunto) che dall'esterno ha sempre tirato le fila dei propri burattini e che si è sicuramente macchiato nella sua pervicace tenuta del potere, di inenarrabili infamie per zittire la voce dei dissidenti. Il giudizio insomma anche da parte di questi "presunti" portatori della verità assoluta (vedi le deliranti discussioni sul web) dovrebbe essere dato dare infatti non su quello che dice, ma su quanto di nefasto ha invece fatto e sta facendo.... e non mi si venga a parlare anche in questo caso del consueto e logoro discorso del "suffragio popolare" che lo sorregge, perchè in questi casi, il popolo più pecorone - che poi è sempre e solo quello che vota - non ha mai ragione, perchè è spesso plagiato e reso schiavo di se stesso chiuso com'è fra ignavia, qualunquismo e propaganda guidata.
Giustamente Lozniska non prende posizione, lascia che sia lo spettatore a trarre le conclusioni: lui si limita a rappresentare il popolo per quel che è e fa, sceglie un unico angolo visivo e poche didascalie esplicative ridotte al minimo proprio al fine di non influenzare il pensiero di chi osserva dalla sala.
Narra insomma soprattutto la cronologia dei fatti salienti e lo fa ricorrendo spesso a prolungate inquadrature fisse della folla in movimento o utilizzando brani di comizi e di drammatici appelli.
Il clima rovente e quasi tragico (visto anche in prospettiva) in cui quelle manifestazioni sorrette dalla caparbietà della speranza hanno avuto luogo, è invece magistralmente reso da una colonna sonora sulla quale è stato davvero fatto un gran lavoro per esaltare al massimo i rumori, gli spari, le voci e il rullo dei tamburi.
Una pellicola insomma da vedere (e sulla quale meditare).
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