Regia di Damián Szifron vedi scheda film
'Storie pazzesche', ma in originale 'Relatos Salvajes' ovvero Racconti selvaggi, possiede i pregi ed i difetti tipici di tanti film strutturati in episodi, ossia frammentarietà, incompiutezza e discontinuità.
Il film è diretto con ironia tagliente e dissacrante e con un umorismo nero che vira tutto verso il grottesco da Damiàn Szifron ed ha come collante il tema comune della vendetta, che segna tutti e sei gli episodi:
Pasternak: l'equipaggio e i passeggeri di un volo hanno in comune la conoscenza di una persona, Pasternak, alla quale hanno fatto un torto o si sono presi gioco di lui ma non sanno che è il pilota dell'aereo e il momento della sua rivincita è arrivato!
I ratti: un uomo entra in una tavola calda e la cameriera riconosce in lui un usuraio che ha rovinato la sua famiglia. Resa dei conti fino al finale splatter.
Il più forte: due uomini iniziano a sorpassarsi in macchina e quello che sembrava solo uno scambio di (s)cortesie si trasformerà ben presto in un gioco al massacro.
Bombetta: un ingegnere esperto in demolizioni inizia una guerra di nervi con la società che si occupa di rimozioni forzate di auto in divieto di sosta, arrivando anche ad usare soluzioni 'estreme' per far valere le sue ragioni.
La proposta: un ragazzo di buona famiglia investe una donna incinta e per giunta, scappa; al suo ritorno, spiegato l'accaduto al padre, questi interpella l'avvocato che gli suggerisce di 'sacrificare' il proprio giardiniere, facendolo passare per colui che ha commesso il fatto, ma anche qui si verificherà un imprevisto!
Fino a che morte non ci separi: durante una festa nuziale, la sposa scopre che lo sposo l'ha tradita, con una ragazza che è anch'essa al matrimonio, e il tutto degenera fin quasi all'irreparabile, salvo poi prendere una nuova inattesa 'piega' finale.
Come detto nella premessa, il film è molto discontinuo poiché non tutti gli episodi funzionano, I ratti è un po' troppo debitore del climax che si respira in certi film di Tarantino e La proposta è un infortunio vero e proprio nel percorso, non sa che strada prendere, è tutto sommato velleitario e toglie ritmo al film, mentre tutti gli altri si possono dire riusciti: partono da una situazione che appare nella norma per poi degenerare e virare tutti verso il paradosso, descrivono un variegato universo umano sull'orlo di una crisi di nervi, ma evitano di puntare sulla drammatizzazione degli eventi, preferendo mantenere un registro comico-grottesco.
La palma del migliore va a Bombetta, con l'uomo comune (Ricardo Darìn, straordinario) che si trasforma in una sorta di vendicatore che si rifà dei torti subiti dal potere e dalla burocrazia.
Voto. 7.
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