Regia di Nima Nourizadeh vedi scheda film
La risata scappa spesso e nasconde, non di rado, un retrogusto di crudeltà.
Un caos dissennato (ma in fondo controllatissimo) di generi e di registri, pronto a conflagrare con piacevole brio beffandosi di ogni ossequio al buonsenso, senza ritegno né pudore. Lo dirige un regista (Nima Nourizadeh) che di deliri ne sa qualcosa – la sua opera prima era Project X – e lo scrive addirittura Max Landis (figlio del mitico John), che tiene ben salda nella testa la fondamentale lezione paterna su come intavolare un umorismo grottesco e surreale che dia spessore alla demenzialità e che si faccia sin da subito un baffo del politicamente corretto: la risata scappa spesso (anche in virtù di un accorto assortimento del parco caratteristi, su tutti Walton Goggins, John Leguizamo e Tony Hale) e nasconde, non di rado, un retrogusto di crudeltà. Purtroppo, l'intreccio è pressappoco ricalcato su quello di The Bourne Identity e l'ininterrotto sballottamento di toni è talmente anfetaminico ed eclettico da rischiare di disorientare lo spettatore, ma il film, nella sua malinconica simpatia per un'America di provincia sfruttata con dispezzo dai poteri forti, si fregia di un'inattesa coscienza politica che svetta in un finale fintamente patriottico ma in fondo beffardo e amarissimo, dove a vincere non è il singolo ma il sistema. Parentesi esilaranti (la frase in codice di "risveglio", la strage al supermercato), due divi affiatati e sexy (gli ottimi Kristen Stewart e Jesse Eisenberg, che tornano insieme dopo Adventureland di Greg Mottola e prima di Café Society di Woody Allen), montaggio e riprese puliti e solidi e un'ammirevole fotografia: da recuperare assolutamente.
Colonna sonora piena di ritmo composta dal brasiliano Marcelo Zarvos.
BUON film — Voto: 7
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