Regia di Dino Risi vedi scheda film
Uno dei prodotti più intelligenti della commedia all'italiana, da riscoprire e rivalutare.
Umile ragazzo del Lazio, si invaghisce di una burina delle Marche e la raggiunge. Si innamorano, si fidanzano, ma per un malinteso, lui l'abbandona e lei fugge a Roma. Lui si pente e la cerca, ma ormai è sposata ad un altro...
Diretto da Dino Risi e scritto da Age e Scarpelli, è uno dei prodotti più intelligenti della commedia all'italiana ed è un film da riscoprire e rivalutare. E' divertente, brioso, brillantissimo e ricco di gag che oscillano dal comico puro all'umorismo fine e sottile. Lo schema narrativo è quello del melodrammone sentimentale alla Matarazzo, che il regista scompone e distrugge per farne una parodia esilarante e memorabile. I dialoghi (di altissimo livello) sono pregni di una varietà linguistica sporca e popolana che grida alla poesia pura. Manfredi, nel ruolo del protagonista, è abilissimo, credibile e spassoso, la Tiffin, come co-protagonista, funziona e fa bene da spalla al primo, ma più di tutti resta impresso un gigantesco Tognazzi nel ruolo del marito sordomuto della Tiffin, un personaggio che ricorda un po' Chaplin, un po' Keaton, un po' Tati, un personaggio d'una tale poesia che solo un grande attore poteva creare.
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