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Maelström

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Maelström

di mck
8 stelle

Magnolia.

 

Giornataccia per il bellissimo pericolo pubblico canadese n.1, la 25nne Bibiane Champagne (Marie-Josée Croze) : deve far fronte alle conseguenze di un aborto chirurgico (primo trimestre, aspirazione a vuoto : Ehi!, psss!, il medico taglia l'erba del prato di casa indossando un giubbotto antiproiettile. L'amica: "Io ci sono passata due volte. No, tre"), di un licenziamento in tronco [l'evaporazione di 200.000 dollari, seppur canadesi (ma frusciano comunque) non consente al fratello maggiore, il co-erede, di passarci sopra], e, a cascata, di un omicidio stradale (alcolico & C.) niente affatto colposo. Le conseguenze di una vita, insomma. La sua.   

 


Raccontare storie, uccidere, espiare, suicidarsi, sopravvivere.

Preambolo, avvertenza : “Ci scusiamo con gli amici norvegesi, poiché la Norvegia viene mostrata in base ad alcuni luoghi comuni. Il copione è stato scritto sotto ipnosi. Ci dispiace che il film sia del tutto frutto della fantasia” : ho ragione di credere che sia (auto)ironia solo fino ad un certo punto.

“Investito da un'auto nella propria cucina!” (by Metro, Lercio, Cronaca Vera, FB).

“Ah! Per “immolarsi”! Non può dire così. Non si può sacrificare se stessi. “Immolarsi” significa sacrificarsi. Lei vuole suicidarsi, è diverso” : un benzinaro insegna a Bibi come si sta al mondo.

“Tutte le azioni umane sono manifestazioni contro la morte” : Denis Villeneuve anticipa ciò che 13 anni dopo riprenderà in “Enemy”, traslando Saramago: qui s'inventa (condensando 10 millenni di filosofare) Björn Magnuss-e/o-n là dove il Nobel portoghese apocriferà (due anni dopo, nel 2002, in "l'Uomo Duplicato") Borges. 

 


Scritto interamente dal regista, col procedere della narrazione il film (la sua opera seconda nel lungometraggio) convince sempre più: a 3/5, poco dopo l'apertura di una seconda linea narrativa parallela, Villeneuve ne subentra una terza. E funziona. Tutto logico. Tutto diretto. Nulla di trascendentale. Le sue pedine-formichine, i suoi esemplari, i suoi pezzi da macello, mossi sulla scacchiera-vetrino-bancone disegnano fraseggi di reazioni/emozioni, e noi, più che dire "si, fai così, no, non fare cosà, oh, guarda un po', ok, mi dia quello", ci riconosciamo in particolari sintagmi. È una qualità. In questo caso positiva. Come nella/per la coeva pellicola di P.T. Anderson, tutto torna, "nulla" (s)fugge, forse pure troppo...

-  (1996) “Le Technétium” (cortometraggio), in “Cosmos”   

-  (1998)  Un 32 Août sur Terre
-  (2000)  Maelström (7.50)   

-  (2008)  Next Floor (cortometraggio)
-  (2009)  Polytechnique  (8.50)
-  (2010)  Incendies  (9.25)
-  (2013)  Prisoners  (8.00)
-  (2013)  Enemy  (8.25)
-  (2015)  Sicario  (7.75)
-  (2016)  Arrival  (8.00)
-  (2017)  Blade Runner 2049 (titolo spero provvisorio)

-  (duemiladiciannoventi)  Dune...

 

Tutto il cast secondario, oltre ad essere ottimamente diretto, risulta composto da eccellenti attori. Da rimarcare almeno la pur breve ma potente interpretazione (la sequenza del post-incidente restituisce un'immersione nella realtà lacerante: esageriamo: Kieslowski...) di Kliment Denchev (1939-2009) nel ruolo di Klimbo, il discendente del macellaio vichingo-Efesto/Vulcano-orso bruno polare, e l'osteittica-bentonico-pelagica voce narrante di Pierre Lebeau

 


Fotografia sovraesposta e controluce di André Turpin (“Un 32 Août sur Terre”, “Incendies”, e poi molto Xavier Dolan). Musiche originali di Pierre Desrochers (“Un 32 Août sur Terre”). Montaggio di Richard Comeau (“Polytechnique”).

Tra le musiche non originali, pezzi di Edvard H. Grieg (l'Adagio del Concerto per Piano ed Orchestra in La Minore, op. 16), Tom Waits (“All Stripped Down” e “the Ocean Doesn't Want Me”, entrambe da quel capolavoro di ossa sonanti ch'è “Bone Machine”) e Charles Aznavour ("les Deux Guitares”).

Tom Waits - “the Ocean Doesn't Want Me” - Bone Machine - 1992 :

Spoiler.
Voi siete vivi. Fino a quando...non lo siete, più.

* * * (½) ¾ - 7 (½)      

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