Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Il "maelström" è un fenomeno naturale piuttosto inquietante che accade con una certa regolarità nei mari del nord, in particolare nei pressi delle isole Lofoten: un movimento repentino dell'acqua che va a formare gorghi e mulinelli, spesso pericolosi per le piccole imbarcazioni dei pescatori. Un fenomeno legato alle correnti e alle maree, che tuttavia ha ispirato da sempre, al di là delle sue motivazioni scientifiche, le fantasie di scrittori anche molto noti, come Jules Verne e Edgar Allan Poe, apparendo in molti racconti e romanzi.
Ed è un gorgo di situazioni spiacevoli, dolorose ed inquietanti quello che sta risucchiando verso l'abisso la giovane Bibi, titolare di negozi di moda tutta presa a risolvere le sue problematiche e frustrazioni: sconta la notorietà di una genitrice famosa che la rende sempre una "figlia di", non riesce a gestire proficuamente i negozi di moda che il fratello vuole sottrale dal controllo, deve abortire, e di notte di ubriaca fino all'incoscienza.
Una notte da ubriaca urta con la macchina un vecchio operaio addetto alla pulizia del pesce e lo ferisce mortalmente, pur senza accorgersene veramente: ricostruirà solo il giorno dopo la vicenda e, qppreso il nome dello sventurato da un giornale, cercherà di mettersi sulle tracce dei suoi parenti. Troverà il giovane figlio, un sommozzatore aitante di cui si innamorerà, trovando poco a poco il coraggio di confessare al ragazzo la verità sull'accaduto.
Il percorso verso la redenzione è lungo e faticoso: un viaggio che non lascia scampo e viene narrato in modo scomposto che non rispetta granché la cronologia dei fatti, ma anche affascinante ed insolito, da un io narrante bizzarro e grottesco: un bitorzoluto e squamoso pesce primitivo mentre attende sul bancone insanguinato di essere squamato e mozzato da un enorme e luciferino macellaio (non si potrebbe definire altrimenti anche in presenza di pesce) armato fino ai denti.
E tra feti bruciati nell'inceneritore, pesci smembrati e divisi in due dalle ruote delle auto di passanti incuranti e sempre troppo di fretta, tra disperazioni, tentativi di suicidio, quando tutto sembra ormai perduto e compromesso, l'amore e la soluzione degli affanni arriva da chi invece ti sembrava il vero problema da affrontare.
Villeneuve, in uno dei suoi primi film, dimostra già una capacità di messa in scena davvero interessante e accattivante: un percorso cupo e contornato da morti e corpi smembrati che si rende palpabile anche grazie alla bella e cupa fotografia che è perfetta per comunicare il gelo dei sentimenti e la predisposizione a lasciarsi trascinare alla deriva, dal gorgo o malestroem che sia.
Bibi è resa in modo splendido dall'intensa e bellissima Marie-Josée-Croze, e Maeström è a tutti gli effetti un grande inizio di carriera di uno dei migliori e ancor giovani cineasti del momento.
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