Regia di Emanuele Angiuli vedi scheda film
Documentario sulla vita e sulle opere di Roberto 'Freak' Antoni, dall'infanzia nell'entroterra bolognese agli anni ribelli del Dams a metà dei Settanta, quando la cultura italiana gravitava attorno al capoluogo emiliano, fino alla formazione degli Skiantos e alle mille altre creature musicali, letterarie e poetiche cui Freak ha dato vita in trentacinque anni di sperimentazioni.
In Italia Freak Antoni ha incarnato a perfezione, ultimo fra i pochi, la figura dell'artista sperimentatore, dell'intellettuale-agitatore culturale; se ne è andato in maniera eccessivamente prematura, a neppure sessant'anni, poco dopo l'uscita di questo documentario di Emanuele Angiuli; l'opera racconta quindi la vita e la carriera del Nostro, sfortunatamente, quasi a modo di un testamento cinematografico. Testimonianza ancora più preziosa, il film, se si ricorda che Freak è stato un po' dappertutto (alcuni suoi aforismi sono finiti sulla bocca di chiunque, in primis "La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo") ed è riuscito ciononostante a passare sempre e comunque inosservato o quasi: rifiutato almeno tre volte da Sanremo, impubblicabile secondo le case editrici (qualche impavido editore lo ha pubblicato, di tanto in tanto, ma i suoi progetti letterari rimasti nel cassetto sono cento volte tanti quelli che ne sono usciti), malvisto dalla televisione e tutto questo, presumibilmente, proprio per il suo stesso modo di essere, per la sua natura provocatoria, volutamente incomprensibile, perennemente in bilico fra ironia e nonsense. Creatore nel '77 bolognese del termine 'rock demenziale' insieme all'improbabile band degli Skiantos - che poi invece musicisti lo sono diventati davvero, eccome -, in questo documentario ripercorriamo le mille incarnazioni artistiche di Roberto Antoni grazie a una serie di interviste che toccano coloro che gli sono stati da sempre più vicini, dagli amici di scuola con cui cominciò a esibirsi negli anni Settanta ai comici del Gran Pavese varietà (Patrizio Roversi qui li rappresenta), dai vari membri degli Skiantos (fra cui il principale collaboratore in fase di composizione dei brani, cioè il chitarrista Dandy Bestia) alla figlia quattordicenne Margherita. Ovviamente al centro dell'opera c'è lo stesso Freak, che racconta e si racconta: cinquanta minuti di esplorazione fra la nostalgia di quel '77 in cui tutto sembrava ancora possibile e la voglia di proseguire fra le mille difficoltà del 2013. 7/10.
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