Regia di Edoardo De Angelis vedi scheda film
L’avvocato Perez (Zingaretti senza punto) è la pecora nera dell’avvocatura di Napoli, destinato a cause perse, quasi invisibile ai piani alti della procura. Perché il terribile Buglione (l’ottimo Massimiliano Gallo), camorrista di livello, sceglie proprio lui come difensore una volta costituitosi? C’entra il fatto che la figlia di Perez, Tea (Simona Tabasco), sia innamorata del guappo emergente Marco D’Amore? Noir vero questo Perez., con il punto a chiudere inesorabilmente qualunque via di fuga al protagonista. Il quale, spalleggiato da un altro collega in disarmo, Ignazio Merolla, forse il personaggio migliore del film, non pensa mai a un riscatto, a un colpo d’ala imposto dal pericolo, ma a una resistenza “ordinata”, nonostante tutto.
Un bell’antieroe, ambiguo e sfumato, calato in un contesto algido, quasi innaturale. Di Napoli nel film ci sono solo le cadenze e gli umori, ma non lo sguardo, che aderisce anzi a un set alienante e straniato, il Centro direzionale dell’archistar giapponese Kenzo Tange. Nel noir, però, il diavolo si nasconde più facilmente nei dettagli. E nonostante il cosceneggiatore, insieme al regista Edoardo De Angelis, sia Filippo Gravino, che già firmò lo script del notevole Una vita tranquilla, qualcosa nel finale si slabbra, perdendo coerenza e credibilità (per dire: un collaboratore di giustizia sotto protezione va tranquillamente in bicicletta a tarda sera senza controllo?). Peccato.
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