Regia di Alessia Scarso vedi scheda film
In un paese siciliano di pettegole, violentatori di donne, ed egoisti in generale arriva il randagio Italo. Darà a tutti una lezioncina a modo suo.
Io ho la presunzione di riconoscere la robaccia nell'arco di 3 minuti, per abbandonarne la visione. Ebbene, questa secondo me non è robaccia, non è una di quelle opere insostenibili, non è il film miserrimo che mi aspettavo dopo aver letto questa scheda. Non sarà un capolavoro, ma è una pellicola che si guarda volentieri e che non annoia. Qualche schematismo, personaggi rappresentati senza scandagliarli troppo, e qualche bozzetto non affondano un film che se la cava.
Come ha dichiarato la stessa regista, la pellicola vuole raccontare la storia di come un cane randagio, o ex-randagio, sia riuscito a addolcire e imbonire una comunità paesana incattivita ed egoista. In più - continua la regista - questo caso provvidenzialmente ridiede una buona reputazione ai cani randagi, dopo che qualche tempo prima un branco di essi, insolitamente feroce, aveva sbranato un bambino. Inoltre - continua la regista - i personaggi delle donne del paese e della candidata sindaco non sono delle caricature; anzi assicura di aver tentato, rappresentandole, di smussare gli eccessi della loro personalità. Lo preciso, perché sembrano a chi non conosce il luogo proprio delle caricature.
Per il resto, gli attori adulti se la cavano; bella figura, invece, la fanno i bambini. In generale, qualche risatina qua e là e niente melassa.
Infine, il film ci ricorda un fatto a cui di rado si pensa, cioè che il cane ha la vocazione di amico e aiuto dell'uomo. Ciò sta nel suo istinto. Qualche brutta eccezione non deve screditare tutta la categoria.
Suvvia, non lapidiamo film questo film. Non si merita il nostro sdegno.
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